Leggi
LUe non cambia idea sui duty free
La lobby del duty free perde una battaglia decisiva contro l'Unione Europea
Duty free: nessun ripensamento dell?Unione europea
La lobby europea del commercio duty free (esente da tasse) ha perso una battaglia decisiva contro la commissione europea. Assecondando le aspettative dell?esecutivo comunitario, il Consiglio dei ministri delle finanze dei Quindici non ha infatti accolto la richiesta di far realizzare uno studio sulle possibili conseguenze della prevista soppressione delle vendite duty free (tradizionalmente consentite negli aeroporti e nei porti oltre che a bordo di aerei e navi su tragitti internazionali) entro il 30 giugno 1999. I ministri hanno invece preferito incaricare la stessa commissione di elaborare un documento di lavoro che indichi quali strumenti potranno contribuire ad attenuare gli effetti, soprattutto occupazionali, legati a tale scadenza. Gli interessi del commercio di prodotti esentasse fanno capo non solo agli aeroporti, che gestiscono la buona parte degli esercizi commerciali in questione, ma anche le compagnie aeree e marittime per le vendite a bordo di aeromobili e navi, nonché ai distributori e ai produttori di tabacco, vini, liquori, profumi e altri articoli cosiddetti di ?lusso?. Nei mesi passati anche l?organismo che rappresenta a livello europeo gli interessi dei consumatori (Beuc) si è espresso a favore dell?abolizione dei duty free shop.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.