Cultura
Lopen source è un affare, vi svelo i suoi segreti
La filosofia di Mr. Linux raccontata da lui stesso. In anteprima alcuni brani della sua autobiografia «Rivoluzionario per caso».
di Redazione
Software libero.
Nel 1992, quando gli utenti di Linux hanno iniziato a crescere, ho cominciato a ricevere email di persone che mi chiedevano se volessi dei soldi per il lavoro fatto. Non li volevo, per varie ragioni. La prima è che, per lanciare Linux, avevo usato molto materiale trovato in rete, appoggiandomi sulle spalle di giganti, come direbbe Newton. Non volevo vendere Linux, e non volevo perderne il controllo lasciando che fosse un altro a venderlo. Mi interessava che tutti potessero usarlo, migliorarlo. E che i miglioramenti fossero a disposizione di tutti.
Copyright.
La proprietà intellettuale riguarda la creatività e l?inventiva umana. E, quindi, ciò che ci rende umani invece che animali. Una creatività che, nelle sue varie forme, deve essere sacra e rispettata. Come autore, devo avere i miei diritti, ma anche l?obbligo di usare il copyright in maniera responsabile. In generale io lo vedo da due punti di vista. Immaginate una persona che guadagna 50 dollari al mese, dovrebbe pagarne 250 per un software? Non penso che per questa persona sia immorale copiare il software invece che spenderci tutti i soldi che gli servono per mangiare. Ed è immorale, per non dire stupido, voler punire chi viola il copyright in questo modo. È quando qualcuno viola una licenza per guadagnarci e fare soldi facili che secondo me è immorale. Succeda in Africa o negli Stati Uniti. Alla fine, trovare pace nella guerra sulla proprietà intellettuale è proprio quello che l?open source cerca di fare. Noi preferiamo usare il copyright per invitare più persone a partecipare a un progetto piuttosto che contro qualcuno. Certo, la legge sulla proprietà intellettuale può essere ingiusta e, certo, sostiene più gli affari delle aziende che i diritti dei consumatori o degli stessi autori. Ma, allo stesso tempo, crea effetti positivi: poiché la proprietà intellettuale è una buona fonte di guadagno, un sacco di soldi vengono spesi per creare più proprietà intellettuale. Proprio come, nella storia, le guerre sono state occasioni per grandi passi avanti nell?ingegneria, questa guerra virtuale sulla proprietà intellettuale spinge lo sviluppo tecnologico. E questa è una buona cosa. Qual è la soluzione ideale? Immaginate una legge sulla proprietà intellettuale che tenga conto dei diritti degli altri incoraggiando la condivisione.
Open Source.
Una delle cose più difficili da spiegare alla gente sull?open source è perché tanti bravi programmatori decidano di fare gratis quello per cui potrebbero chiedere milioni. La risposta è una sola: motivazione. Chi lavora su Linux si scorda di dormire, delle recite dei figli e perfino del sesso per programmare. Perché ama farlo e ama far parte di un grande sforzo collettivo per costruire la migliore tecnologia del mondo che chiunque può usare. In una società dove la sopravvivenza è, più o meno, garantita, i soldi non sono la cosa più motivante. L?open source, invece, dà alle persone la possibilità di vivere la loro passione. E di lavorare con i programmatori migliori del mondo. Sembra che Bill Gates questo non lo capisca, eppure l?open source funziona anche dal punto di vista economico. In un certo senso è come lasciare che l?universo si prenda cura di se stesso.Tu la metti a disposizione e la gente la può usare per lanciare i suoi prodotti o servizi. Che possono essere insignificanti se misurati su grande scala, ma in genere funzionano molto bene. E questo non succede solo con Linux, funziona per ogni progetto aperto: think Zen, e ti si apriranno molte opportunità.
Una breccia nelle grandi aziende
12.000.000 le persone che nel mondo utilizzano il sistema operativo inventato da Linus Torvalds.
35% la percentuale di grandi aziende americane che hanno scelto l?open source. Lavora su Linux anche il 21% delle imprese di medie dimensioni.
51 sono i Linux User Group italiani dislocati in tutto il paese.
www.linux.it su questo sito trovate informazioni, in italiano, sulla storia di Linux, sui primi passi da compiere per installare sul vostro computer un sistema operativo open source e le risposte ai vostri dubbi e ai vostri quesiti.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.