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L’olimpiade più bella si gioca in bosnia

Massimo Ortensi è il coach della nazionale italiana maschile di bridge che gareggerà a Pechino 2008. Da tre anni sostiene un centro per orfani e minori disagiati in Bosnia

di Antonietta Nembri

Massimo Ortensi è il coach della nazionale italiana maschile di bridge che gareggerà a Pechino 2008. Da tre anni sostiene un centro per orfani e minori disagiati in Bosnia, coinvolgendo la Federazione italiana bridge e gran parte della nazionale. Scopo dell?iniziativa è dotare i ragazzi di borse di studio e lavoro per garantirsi un futuro migliore.

Tra pochi mesi, a Pechino, saranno chiamati a vincere più partite possibili per aggiudicarsi una medaglia nella loro specialità, il bridge; ma nella vita desiderano con la stessa intensità che grande slam e atout li facciano anche i ragazzi bosniaci che sostengono a distanza.

Loro sono gli aderenti al Club (altro termine del bridge) delle mamme e dei papà, fondato da Massimo Ortensi, il coach della nazionale maschile della Federazione italiana gioco bridge. All?origine di questo movimento di solidarietà verso il Villaggio della Madre di Medjugorie, in Bosnia, c?è proprio lui, Ortensi, e un viaggio-pellegrinaggio nel famoso centro di culto mariano. «Con mia moglie Eva siamo andati a Medjugorie e abbiamo conosciuto la realtà del Villaggio della Madre, nato per ospitare gli orfani della guerra civile», racconta Ortensi, che dopo quel primo viaggio ha deciso di aiutare i bambini accolti nella struttura. L?opera, fondata dall?allora consigliere spirituale dei sei veggenti di Medjugorie, fra Slavko Barbaric, è oggi gestita dai frati minori della Provincia di Mostar, in particolare da padre Svet e padre Dragan Ruzic. «Il Villaggio nasce durante la guerra come orfanotrofio, e oggi accoglie una sessantina di bambini non solo orfani, ma anche provenienti da famiglie disgregate da gravi problemi, come l?alcolismo. Io ed Eva abbiamo iniziato ad aiutarli tre anni fa». Tutto inizia così e diventa presto contagioso. Ortensi infatti non si limita ai viaggi a Medjugorie per portare avanti il suo sostegno a distanza, ma coinvolge piano piano tutto il mondo del bridge. E così i giocatori della nazionale, le società e i club che riuniscono gli appassionati di questo gioco-sport e gli stessi membri della federazione hanno aderito alla proposta di Ortensi: sostenere a distanza i minori accolti e seguiti dal Villaggio. Oggi l?iniziativa, grazie all?appoggio del presidente federale del bridge, Gianarrigo Rona, è pubblicizzata con un link nel sito ufficiale della Figb.

La particolarità del sostegno a distanza realizzato dal Club delle mamme e dei papà è che non mira alla sussistenza immediata: «Il Villaggio, che è anche scuola materna, laboratorio artistico e centro di sostegno per i poveri, non ha bisogno del nostro aiuto per sopravvivere», spiega Massimo Ortensi. «Il nostro contributo mira piuttosto a dare un sostegno ai ragazzi per il loro futuro». I fondi raccolti, infatti, sono destinati da una parte all?acquisto di materiale didattico, dall?altra ad aprire libretti di risparmio intestati ai bambini adottati. Le somme depositate potranno poi essere utilizzate dai ragazzi, alla maggiore età, per proseguire gli studi oppure per avviare una attività in proprio una volta lasciato il Villaggio.


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