Formazione

L’enfant prodige dell’umanitario

Non ha ancora 30 anni, eppure è già docente a Parigi e saggista di fama internazionale.I suoi studi analizzano il complesso legame tra eserciti e società private nei paesi in conflitto.

di Joshua Massarenti

Le ricerche di Sami Makki, enfant prodige dell?internazionale (vedi box) sono orientate all?interazione tra apparati civili e militari nella gestione di conflitti. Un settore complesso, che necessita metodi di analisi trasversali e pluridisciplinari, che utilizzino da un lato un?analisi strategica militare e dall?altro gli strumenti analitici che offrono la storia, la sociologia o l?antropologia. Studium: Come ha cominciato? Makki: Con una tesi sulla politica americana in Medioriente, nella fattispecie in Libano, attraverso l?analisi e le pratiche delle nuove strategie adottate dall?amministrazione Reagan in materia di operazioni di pace e uso della forza in quella zona. Era una riflessione sul terrorismo. La cosa interessante è che già all?epoca il Pentagono aveva avviato riforme che miravano a razionalizzare i suoi dispositivi, delegando alcune attività ad attori terzi, come le società militari private. Studium: Esistono centri di ricerca dedicati a questo tipo di tematiche in Europa? Makki: Al contrario degli Stati Uniti, nel continente europeo ci sono pochissimi ricercatori attenti a questi fenomeni. Il problema sta a monte, nelle università, molte delle quali non capiscono le trasformazioni degli ambienti civili e militari sulla gestione dei conflitti e gli interventi umanitari. Nell?Unione europea, la ricerca in materia di sicurezza e difesa si limita a progetti tecnici, tesi all?uso delle nuove tecnologie dell?informazione senza preoccuparsi della portata politica dei dispositivi civili e militari di gestione di crisi. Studium: Ce ne può citare alcuni? Makki: Nel settore umanitario, citerei l?Overseas Development Institute di Londra, l?unico centro in Europa che affronti nel contempo questioni umanitarie in senso stretto, di sviluppo e militari. Ma è soprattutto riservato ai professionisti dell?umanitario. Poi c?è il Cirpes: si limita a cinque/sei ricercatori e collabora con altri centri di ricerca spesso poco sensibili ai problemi di difesa e di sicurezza. Studium: Lei insegna all?Institut d?études politiques di Parigi. Che studenti lo frequentano? Makki: Quelli di Scienze politiche, con una formazione universitaria generalista orientata all?applicazione delle teorie insegnate. Sono studenti freschi di laurea che vogliono diventare professionisti nel mondo delle ong. Ce ne sono molti dei Paesi nordici, ma nessun italiano. Voglio offrire loro uno sguardo fresco sulle sfide internazionali, come la privatizzazione dei conflitti, l?integrazione civile-militare, gli attori implicati in questi processi. Infofile Biografia -Tra ricerca e difesa dei diritti umani A 23 anni era coordinatore nazionale di Amnesty International per Israele e i territori occupati. Oggi non ha ancora 30 anni, ma il suo curriculum farebbe comodo a parecchie università europee. Autore di due libri e ben 29 saggi scientifici, ricercatore presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales (Ehess), nonché membro di alcuni dei più importanti centri studi geostrategici internazionali (International Institute for Strategic Studies, Royal United Services Institute for Defence and Security Studies) e promotore di attività di advocacy per conto di ong internazionali, Sami Makki, oltre a insegnare relazioni internazionali alla Sorbona di Parigi, è direttore del Programme Sociétés civiles & enjeux de sécurité, un progetto di ricerca della Maison des Sciences de l?Homme per analizzare e definire il ruolo degli attori e delle società civili nelle questioni geostrategiche di sicurezza a livello nazionale, europeo e globale. Il suo saggio Militarizzazione dell?umanitario? Il modello americano di integrazione civile-militare, le sue sfide e i suoi limiti è pubblicato sul n. 2 di Communitas (il mensile di Vita), in uscita in libreria. Extrafile- In che aula mi trovo? Francis Fukuyama Paul Nitze School (Washington D.C.) Il filosofo americano Francis Fukuyama è l?autore di La fine della storia e l?ultimo uomo (Rizzoli 2003), opera controversa, giudicata dai suoi detrattori come il manifesto trionfalista della democrazia liberale. Negli ultimi anni, Fukuyama ha orientato le sue ricerche sui rischi delle biotecnologie. Titolare della cattedra Bernard L. Schwartz di Politica e di economia internazionali alla Paul H. Nitze School of Advanced International Studies (Washington), Fukuyama tiene due corsi: The Politics of Development e International Governance of New Tecnologies. Richard Sennett Lse, Dipartimento di sociologia I temi della solidarietà e del riconoscimento di come si forma l?identità individuale e collettiva in una società flessibile sono pane quotidiano per il pluripremiato sociologo americano Richard Sennett, considerato un ?sociologo umanista?. Per saperne di più, fate un giro al Dipartimento di sociologia della London School of Economics (Lse), dove Sennett tiene le sue lezioni universitarie.


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