Welfare

L’educatore e il poliziotto insegnano la legalità

Esperienza 3. la diocesi di Reggio Calabria. Un’iniziativa varata insieme alla Questura, per comunicare ai giovani il senso delle istituzioni (di Sara De Carli).

di Redazione

Polizia in oratorio: nella diocesi di Reggio Calabria la collaborazione con le istituzioni si declina in modo inedito. Dopo l?approvazione della legge 206/03 l?Ufficio di pastorale giovanile, diretto da Gino Arcudi, insieme alla Questura ha promosso un percorso di educazione alla legalità: “L?obiettivo”, spiega Arcudi,”è quello di far crescere la fiducia verso le istituzioni, accorciando le distanze e abbattendo i muri della contrapposizione”. La conseguenza più significativa della 206, qui, è che l?oratorio diventa un territorio in cui i giovani incontrano la comunità civile, discutono dei problemi sociali e tentano delle risposte. “Vogliamo che le istituzioni non si limitino a erogare contributi”, continua Arcudi, “ma si lascino coinvolgere in percorsi educativi “. La collaborazione con la Questura è stata proprio questo: educatori diocesani e poliziotti hanno definito insieme i contenuti di due sussidi, consegnati a tutte le parrocchie della diocesi. Legalità e solidarietà in Guarda che ti riguarda , per i bambini; legalità e senso civico in Il mistero del quadrifoglio, cd interattivo per i ragazzi più grandi. Il secondo progetto è stato realizzato con il Comune di Reggio Calabria: 25 ragazze svolgeranno il servizio civile in 36 parrocchie della periferia, animando gli oratori o addirittura lavorando per farli sorgere. L?oratorio non è radicato quanto al Nord e molti di quelli esistenti sono gestiti da istituiti religiosi. “Lanciando l?oratorio parrocchiale vogliamo testimoniare che l?oratorio è accessibile a tutti e che nessuna parrocchia può permettersi di essere solo un centro di culto, trascurando il compito educativo nei confronti dei suoi giovani”, ammonisce Gino Arcudi. Con la legge regionale, come va? Pochi soldi, è la prima risposta: circa 250mila euro all?anno. Ma si capisce subito che il problema non è questo. “È una legge clientelare. La Regione si rivolge direttamente alle parrocchie, saltando Provincia e diocesi: manca uno sguardo d?insieme, che riconosca le priorità”. Per colmare la lacuna è stata recentemente istituita una Commissione provinciale. Ma Arcudi torna sull?argomento che ha veramente a cuore: “La legge non tiene conto della valenza educativa. È facile chiedere e concedere un finanziamento per ristrutturare gli ambienti. La sfida è un?altra: che l?oratorio e le istituzioni dialoghino per costruire dei percorsi educativi comuni, capaci di incidere sul territorio e di offrire ai giovani occasioni di crescita”.

Sara De Carli


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