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Leconomia del dono ha bisogno di una buona politica
Il commento di Livia Turco sulle recenti parole del Papa e sulla campagna legata alla deducibilità fiscale delle donazioni.
di Livia Turco
Nella nostra società, noi donne e uomini di questo tempo abbiamo bisogno di rispecchiarci in un?immagine positiva di noi stessi.
A questo proposito mi vengono in mente le recenti e drammatiche parole del Papa sul silenzio di Dio, che non si rivela più agli uomini perché disgustato dalla loro disumanità. Leggo in quelle parole, non solo un richiamo rivolto a ciascuno di noi di fronte alle nostre gravi inadempienze, rispetto allo smarrimento della retta via. Ci leggo anche lo sprone a ritrovare la dimensione profonda e positiva di noi stessi e lo sprone a recuperare la dimensione terrena che è nelle nostre mani. A sentirci, insomma, artefici della nostra vita e dell?associazione della giustizia sociale e non succubi passivi di un destino fatale. Ed è importante allora creare un?etica pubblica il cui ingrediente fondamentale sia la responsabilità verso se stessi e verso gli altri, che si manifesta nella presa in carico dell?altro.
Parto da qui, da questo bisogno di ricostruire uno ?spazio pubblico condiviso? e, dunque, legami forti tra le persone per dire il mio apprezzamento alla campagna per una legislazione fiscale che favorisca le donazioni ?+ dai – versi?.
Essa è un atto di creatività e di responsabilità politica. Perché favorisce comportamenti virtuosi, sollecita la partecipazione delle persone alla costruzione delle risposte ai propri problemi. Rende i cittadini protagonisti e non solo utenti. Favorisce l?economia del dono, la democrazia del fare. Rilancia il welfare comunitario e territoriale così come è previsto nella legge 328 del 2000, quella sul sistema integrato di interventi e servizi sociali.
Ma perché la politica fiscale a favore delle donazioni divenga un pezzo di buone politiche pubbliche e non semplicemente un?etica caritativa del fare qualcosa, è necessario che esse, le donazioni, facciano parte di un programma adeguato di, appunto, buone politiche pubbliche che siano altresì capaci di promuovere diritti, cittadinanza e dignità.
Altrimenti, la politica fiscale delle donazioni diventerebbe soltanto un movimento formato da alcuni generosi e non invece un nuovo sistema di welfare territoriale e partecipato quale è invece la sua ambizione.
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