Non profit

L’associazione new global a una svolta. Attac Italia, è crisi

Sei dirigenti dimissionari (tra cui uno dei fondatori). Forti divergenze sulla linea. E uno spettro: la stanchezza.

di Riccardo Bagnato

Tutti pronti per Cancun? Be?, quasi. Attac, associazione per la tassazione delle transazioni finanziarie e per l?aiuto ai cittadini, una delle organizzazioni che più si è spesa, da Genova 2001 in poi, per organizzare iniziative di autoeducazione sui temi della globalizzazione, è in pieno subbuglio. Dei 20 componenti del consiglio nazionale, 6 si sono dimessi nelle scorse settimane; a queste si aggiungono le dimissioni di Emiliano Brancaccio (estensore del progetto di legge di iniziativa popolare sulla Tobin Tax) e Raffaele Laudani (Attac Bologna, coordinatore nazionale insieme a Fiorino Iantorno, dal giugno 2001 al gennaio 2002). Un addio, quest?ultimo, già annunciato nei mesi scorsi, quando proprio da Brancaccio era stato posto sul tavolo del consiglio e nelle mailing list dell?associazione, il quesito: ora che abbiamo raccolto le firme per la Tobin Tax, che facciamo? L?ipotesi che si dovesse concentrare l?attività dell?associazione su temi di economia monetaria, proposta da Brancaccio, è però rimasta in secondo piano rispetto alla campagna contro le privatizzazioni, che a partire dal Forum sociale europeo di Firenze vede impegnati gli Attac di tutta Europa, così come l?appoggio al referendum per l?articolo 18, deciso dal Consiglio nazionale. Diverse le visioni sul futuro dell?associazione: da un lato, c?è chi reclama una maggiore autonomia per il consiglio nazionale, dall?altro, chi vorrebbe limitare i momenti decisionali ai passaggi assembleari. Di qui lo strappo dei giorni scorsi. Il resto è cronaca: con una email aperta indirizzata a tutti i comitati, si sono dimessi Antonio Bove (Napoli), uno dei punti di riferimento per tutta l?associazione nell?Italia meridionale; Fiorino Iantorno, uno dei fondatori e secondo coordinatore nazionale prima del gennaio 2002 insieme a Laudani, oltre che responsabile dei rapporti con il Parlamento per la proposta sulla Tobin Tax; Martina Masi (Bologna), tesoriera dell?associazione; Valentina Fulginiti (Bologna); Gianni Paoletti (Bologna), coordinatore della campagna Tobin Tax. Cui va aggiunto Aldo Pardi, già dimissionario. Dimissioni significative non solo quantitativamente (6 su 20 nel Consiglio e due esterni), ma anche qualitativamente e geograficamente. Decisioni dettate anche, forse, da una certa stanchezza, per un?associazione relativamente giovane ma da subito promotrice di tante iniziative e battaglie e che, insieme a Rete di Lilliput, rappresenta uno dei frutti migliori del movimento new global italiano dopo Genova 2001.


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