Cultura

L’anno delle persone con disabilità. I conti in rosso

Nonostante proclami e speranze, il 2003 si chiude senza un solo provvedimento innovativo a favore dei disabili.

di Gabriella Meroni

Si può recuperare in una settimana ciò che non si è fatto in un anno intero? Se fossimo in un film alla Frank Capra, probabilmente sì. Ma visto che stiamo parlando delle politiche del governo nel corso dei 12 mesi dedicati alle persone con disabilità, la risposta non può che essere no. Eppure il ministro Maroni ci aveva sperato: accortosi a fine novembre che mancavano una manciata di giorni alla chiusura ufficiale dell?Anno europeo, prevista per il 5 dicembre, e preso atto dell?insoddisfazione delle associazioni dei disabili, aveva convocato in fretta e furia, il 26 novembre, i coordinamenti Fand e Fish (in tutto, 50 associazioni rappresentate e 6 milioni di iscritti) per cercare di strappare loro un sorriso, un cenno di approvazione, uno spiraglio di indulgenza che lo portasse all?happy end. Aveva perfino detto sì alle loro richieste, dopo aver loro regalato, come Babbo Natale, le mille carrozzine ricevute come vincitore del premio Roosevelt. Anche al ministero, proprio in queste ore, oscuri sherpa stanno studiando il modo di ritagliare in extremis un fondo (c?è chi parla di 100 milioni) da destinare ai finora negletti diritti dei disabili. Ma il gioco, ormai, riuscirà solo a metà. E rischia di naufragare del tutto nelle aule del Parlamento dove si sta discutendo la Finanziaria. Dodici mesi da dimenticare Quest?anno dedicato ai diritti dei disabili era partito male. Nel consueto messaggio di fine d?anno, infatti, il presidente Ciampi si era dimenticato di citarlo tra gli appuntamenti del 2003. L?occasione per rimediare però era vicina: a febbraio, alla Conferenza sulle politiche per la disabilità, organizzata dal governo a Bari. Allora, le associazioni avevano fatto osservare che nei quasi due anni in cui era stato in carica l?esecutivo aveva speso per i disabili solo un mucchio di parole. Dopo tre giorni di discussione, i lavori si conclusero con roboanti promesse: per il lavoro, l?istituzione di un Osservatorio nazionale sul collocamento mirato; per l?assistenza, congedi straordinari per i genitori di disabili gravi; per le famiglie, sgravi fiscali e deducibilità delle spese mediche; per il ?dopo di noi?, una rete di servizi sul territorio; per i finanziamenti, un Osservatorio sulla spesa; per la legislazione, un Testo Unico che unificasse tutte le norme? Sembrava il regolamento del giardino dell?Eden, e l?effettiva partenza delle celebrazioni dell?Anno europeo. Di lì a poco, ecco la costituzione di una commissione sull?handicap presso il ministero della Sanità (riunita una sola volta), e l?ottimo ddl Stanca sull?accessibilità di Internet. Poi, più nulla. “Il governo ha mostrato latitanza sulle generali politiche per l?handicap”, afferma oggi Carlo Giacobini della Fish. “Mancano finanziamenti adeguati per i servizi alla persona, finanziamenti specifici alle misure per contrastare l?emarginazione delle persone disabili e di sostegno alle famiglie, non sono finanziate leggi importanti come quella per eliminare le barriere architettoniche. Ma non sono nemmeno stati presi in considerazione interventi a costo zero. Latitanze inaccettabili”. Ma rieccoci a novembre. Manca meno di un mese alla chiusura dell?Anno europeo, e il governo si accorge che ha poco o nulla da mettere sul piatto dei prevedibili bilanci. Non basta neppure che Maroni ritiri a New York il premio Roosevelt destinato al Paese che più ha fatto per l?integrazione, dato che il riconoscimento si riferisce agli anni passati (e onestamente, rientrato a Roma, il ministro riconosce che gran parte del merito va a Livia Turco e alle sue leggi). Così ecco l?idea dell?incontro con le associazioni e del sì alle loro rimostranze, prima fra tutte quella di emendare l?articolo 42 della Finanziaria che renderebbe quasi impossibile opporsi, tramite vie ordinarie, al mancato riconoscimento di invalidità. Ci vuole ben altro Oltre a questa, Maroni fa altre promesse, tra cui l?istituzione di un tavolo di confronto tra associazioni e governo (alla fine dell?Anno del disabile? Dopo due anni e mezzo di governo?). Certo, la legislatura non è finita e c?è ancora (poco) tempo per recuperare. Ma non basteranno il milione e 600mila euro di finanziamenti europei (andati per metà a progetti di enti pubblici invece che a quelli delle organizzazioni dei disabili stessi), oppure trovate estemporanee come la proposta di An di costituire una lotteria nazionale pro disabili, o l?ingresso gratis nei musei nell?ultimo weekend di novembre, o ?l?open day? accessibile a palazzo Chigi del 5 ottobre per convincere i disabili e i loro familiari che nessuno, nell?anno loro dedicato, si sia dimenticato di loro.


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