Non profit

L’altro dramma è quello degli anziani

L'intervento di Padre Bellisario Lazzarin

di Redazione

Per scambiare qualche parola con lui, bisogna corrergli dietro. Padre Bellisario Lazzarin è troppo indaffarato per fermarsi. Ha appena inaugurato la prima chiesa cattolica italiana di Bucarest, sorta in un quartiere dove finisce l?asfalto e iniziano le campagne, con le ville dei nuovi ricchi da un lato e una bidonville di 36mila poveri dall?altro. «L?abbiamo costruita grazie a tanti volontari italiani» racconta, «Falegnami, idraulici e muratori che si sono presi le ferie e sono venuti qui ad aiutarci». E guarda la bella chiesa bianca, dedicata a Don Orione, raggiante di felicità. Da pochi giorni Padre Lazzarin è diventato anche presidente della fondazione AiBi in Romania, che aveva bisogno di un rappresentante forte nel lavoro di cooperazione. Tra gli altri impegni, il sacerdote ha progettato di costruire un cottolengo proprio dietro la chiesa. «In un Paese dove i genitori abbandonano i figli, cosa credete che succeda agli anziani e ai malati?» dice. «Il cottolengo potrà ospitare 150 degenti e diventerà anche un poliambulatorio specializzato per la fisioterapia». Nel patio una decina di anziane segue attenta gli spostamenti del sacerdote. Quello che doveva essere il seminario, è diventato un piccolo, luminoso ospizio. Alcune suore e dieci orfanelle dimesse dagli istituti differenziali ora si prendono cura di loro. «Prima o poi lo Stato prenderà coscienza dei propri doveri» dice Padre Lazzarin, «nel frattempo, non possiamo mica lasciarli soli, no?». E se ne va nella canonica, c?è qualcuno che ha bisogno di lui.

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