Mondo

L’Algeria delle culture

Il mondo si è stupito per la marea umana che ha accompagnato i funerali di Matoub, i censimenti del regime gli ignorano eppure i berberi sono milioni. A cominciare dai Tuareg-Tamaschek

di Salvatore Rigione

Bourdieu, nel suo saggio ?Sociologia dell?Algeria? scrive: «Gli autori arabi scrivevano che il Califfo Omar, successore del profeta Muhammad, parlando dell?Africa del Nord, amava scherzare sulla radice araba Frq che in arabo vuole dire divisione. Tale è quello che propone il passato e il presente dell?Algeria… Così secondo il clima e la zona geografica, fra il Tell (la pianura mediterranea) e il Sahara, fra i montanari e gli abitanti delle colline, fra i nomadi, i semi-nomadi e i sedentari, esistono contrasti e diversità significative». Tuttavia nell?Algeria di oggi, parlare di gruppi etnici chiusi o autonomi è molto difficile proprio per la caratteristica della sua storia caratterizzata da massicci spostamenti di popolazione e di tribù sin dall?antichità. Tuttavia, i berberi che non si sono ?arabizzati? con il tempo, coloro che imparano l?arabo come seconda lingua, sono ancora concentrati nelle aree di montagne (Cabilia e Aurès al Nord) e in alcune zone della Steppa e del Sahara. La collocazione geografica ha permesso loro di conservare certe caratteristiche proprie (livello economico, giuridico, strutture familiari) e una certa indipendenza dalla cultura ufficiale che li ha completamente ignorati. Infatti è solo dal 1993 che la lingua Amazigh (berbero) viene introdotta nelle scuole delle regioni berbere, all?Università e nei mezzi di comunicazione. Ed è solo dopo un braccio di ferro durato un anno fra il movimento berbero e il potere che nasce nel 1995 un Alto Comitato dello Stato per le questioni berbere.I più importanti (numericamente) gruppi berberi sono i Cabili (o Kabyles) sulla parte costiera e dell?entroterra mediterraneo, i Sciaui (o Chaouia) abitanti le montagne dell?Atlante nord, i Mosabiti (o Mozabites) nel nord del Sahara, musulmani Ibadhiti (gli altri algerini sono tutti musulmani malekiti) e infine i berberi del Sahara di cui i più famosi sono i nomadi Tuareg-Tamashek. Non si hanno dati numerici su ogni gruppo: nessun censimento dell?Algeria ha rilevato l?appartenenza etnica dichiarata, visto che l?orientamento politico dall?indipendenza ha negato l?esistenza di una diversità culturale fra gli algerini. Non a caso, infatti, i due movimenti che hanno conquistato gran parte della simpatia popolare e hanno aggregato la protesta contro il regime sono il movimento islamico e il movimento berbero: entrambi pongono l?identità culturale come questione centrale. La cultura ufficiale, esclusivamente araba colta, ha represso tutte le espressioni popolari sia tradizionali che moderne. Gli integralismi religiosi e culturali sono nati all?ombra del regime ma la scomessa oggi è che venga riconosciuta la pluralità dell?Algeria e degli algerini: berberi e anche arabi, musulmani e anche laici, mediterranei e anche africani. Molti sono coloro che all?interno e all?esterno del Paese lottano affinché l?Algeria guarisca da tutte le forme di intolleranza, di integralismi linguistici, religiosi, etnici. La pace e la democrazia non saranno parole vuote quando la politica e la cultura riconcileranno le diverse anime del paese dando loro pari dignità.

Samia Kouider


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