Salute

L’Aids è in vendita, chi offre di più?

Due fondi per combattere l'Hiv: quello lanciato a da Kofi Annan e quello che il governo italiano presenterà al G8. Insieme valgono circa 11 miliardi di dollari l’anno

di Carlotta Jesi

Il modo migliore per sconfiggere l?Aids? Privatizzarla. Fa meno male di un vaccino e, soprattutto, è un bel risparmio per i governi occidentali. Non è una provocazione, ma l?impressione che hanno avuto in molti al Palazzo di Vetro di New York il 25 giugno quando Kofi Annan ha aperto l?assemblea Onu sull?Aids lanciando ufficialmente lo strumento con cui intende combattere l?epidemia in futuro: il Global Aids and Health Fund. Un fondo che il segretario generale ha proposto già 3 mesi fa al summit sull?Hiv di Abuja, in Nigeria, ma di cui, anche dopo il suo battesimo ufficiale, si conoscono solo gli obiettivi finanziari – da 7 a 10 miliardi di dollari l?anno – e quelli raggiunti finora: 428 milioni e 400mila dollari (circa 850 miliardi di lire). Su donatori, beneficiari e gestori, vige l?incertezza totale. O, per dirla con le parole di Louise Fréchette, deputy secretary general dell?Onu incaricata di placare i dubbi della stampa: «Il consenso generale ha stabilito che questo fondo debba servire soprattutto a combattere l?Aids e che sarà governato da una partnership di beneficiari e donatori sia pubblici che privati». Di chi sia questo consenso, non si sa. L?Onu non lo dice. Ma scorrendo la lista dei donatori che, ancora prima del lancio ufficiale del Global fund hanno deciso di parteciparvi, un?idea ce la si fa. Oltre ad Annan, che ha donato 500mila dollari ricevuti in premio dalla città di Filadelfia per il suo impegno a favore della pace, in lista figurano la fondazione Bill e Melinda Gates (100 milioni), gli Stati Uniti che vogliono combattere l?Aids ma intanto sanzionano il Brasile per impedirgli di produrre farmaci generici anti Hiv e anche il gruppo Crédit Suisse, la prima azienda privata ad aver accolto l?appello dell?Onu. Privata, già: perché in puro stile Global compact – il piano per lo sviluppo lanciato quest?anno al vertice di Davos da Annan per combattere la povertà assieme alle imprese – il Fondo per l?Aids è aperto alle sottoscrizioni private. Ed è proprio la natura di queste donazioni che preoccupa la società civile, spiega Vittorio Agnoletto della Lila, una delle 2 non profit italiane invitate a New York: «Chi ci assicura che fra i donatori non ci saranno aziende farmaceutiche interessate a vendere i loro prodotti anti Hiv nel Sud del mondo? Nessuno. Per questo abbiamo chiesto che fra i gestori del fondo ci sia anche una ong dei paesi poveri. I soldi per combattere l?Aids servono, ma il Global Fund non ci va bene comunque. Per esempio siamo contrari all?idea che venga amministrato dalla Banca mondiale, come tutto lascia supporre. Questo fondo rischia di diventare uno strumento per privatizzare l?obbligo di cooperazione internazionale che hanno gli Stati, proprio come il fondo proposto dalla presidenza italiana». Già, perché quello di Kofi Annan non è l?unico fondo per la salute e l?Aids lanciato in vista del G8 di Genova: c?è anche il Genova Trust Fund for Healthcare proposto dall?ex ministro del Tesoro Vincenzo Visco che, il 27 febbraio, ha invitato le più grandi aziende del mondo a sostenere un fondo per la salute da 1 miliardo di dollari stanziando 500mila dollari l?una. L?iniziativa italiana, mai smentita dal nuovo esecutivo, dovrebbe essere ufficializzata al G8, ma a questo punto rischia di far concorrenza al fondo Onu. Che succederà? Eduardo Missoni, che qualche mese fa, proprio per protestare sulla natura e modalità di creazione del Genova Trust Fund, ha rassegnato le dimissioni da presidente del Gruppo di esperti sanitari del G8, risponde così: «Il fondo italiano potrebbe confluire nel Global Fund, ma per il momento l?unica cosa certa è che anche dell?iniziativa italiana rischiano di beneficiare più i donatori che i malati». Anzi, nel caso del fondo italiano il rischio è quasi una certezza visto che, nell?ultima bozza del Genoa Trust Fund, si dice chiaramente che a decidere come usare il denaro raccolto saranno anche i donatori. E cioè anche aziende e imprenditori privati. A meno di 1 mese dal G8, insomma, gli strumenti anti Aids dell?Onu e del governo non convincono. Christian Aid, una charity inglese impegnata nella lotta all?Aids, ha criticato il fondo di Annan perché rischia di alimentare false speranze promettendo denaro che difficilmente riuscirà a raccogliere. E qualche dubbio sulle modalità di gestione del fondo, che pure ritiene utile, ha espresso anche Bernard Kouchner, ministro della Sanità francese oltre che esponente di Medici senza frontiere: «Perché funzioni il fondo dovrà essere diretto politicamente ma, per il momento, non si sa chi lo governerà». Anche in Italia le critiche sui fondi anti Aids si sprecano.Luca De Fraia, di Sdebitarsi, punta il dito contro quello di Visco: «Il miliardo che si vuole raccogliere i poveri in realtà ce l?ha già: solo che lo devono usare per ripagare il debito estero. Perché il governo non inizia a versare alla cooperazione lo o 0,7% del Pil come ha promesso?». I due fondi Genova Trust Fund for Healthcare Cos?è: un fondo fiduciario per la salute e lo sviluppo dei Paesi poveri proposto il 27 febbraio 2001 da Vincenzo Visco, allora ministro del Tesoro. A cosa serve: aiutare a promuovere la salute e lo sviluppo dei Paesi poveri in sinergia con le iniziative già presenti in questi campi. Che budget ha:punta a raccogliere 1 miliardo di dollari (oltre duemila miliardi di lire italiane). A garantire il lancio del fondo dovrebbero essere i G8 con 500 milioni di dollari. Le più grandi aziende del mondo verranno invitate a donare 500mila dollari l?una. Chi sono i donatori: i governi del G8, l?Unione Europea, aziende private, singoli cittadini e organismi internazionali Chi sono i beneficiari: priorità nei finanziamenti verrà data ai paesi in via di sviluppo con un?alta maggioranza di poveri, quindi alle nazioni più colpite dalle malattie ?target? di questo fondo, fra cui Aids, malaria e tubercolosi. Chi lo governa: chi versa denaro nel fondo, ovvero donatori pubblici e privati ed organismi internazionali tra cui Oms, Unicef, Unaids e Banca Mondiale. Questi i loro compiti: decidere che azioni devono essere finanziate, fissare i criteri per poter accedere ai fondi, stabilire a chi assegnarli, approvare il programma finanziario annuale ecc. Chi lo amministra: la Banca Mondiale, che gestirà la raccolta e la distribuzione dei soldi. In qualità di amministratore, la Banca Mondiale istituirà un Segretariato di cui faranno parte anche membri di Unaids, Oms e Unicef. Quando sarà operativo: da luglio 2002 Global Aids and Health Fund Cos?è: un fondo globale per la salute lanciato il 26 aprile 2001 ad Abuja, Nigeria, da Kofi Annan. Il 20 giugno, a cinque giorni dal suo lancio ufficiale, l?unica cosa certa è che non sarà un fondo interno all?Onu. A cosa serve: combattere l?Aids, la malaria e la tubercolosi e migliorare le condizioni di salute nei paesi poveri. Che budget ha: punta a raccogliere fra i 7 e i 10 miliardi di dollari l?anno. Al 25 giugno, data del suo lancio ufficiale, si sono impegnati a sostenerlo: il governo americano con 200 milioni di dollari, il governo francese con 127 milioni di dollari, la Fondazione Bill e Melinda Gates con 100 milioni di dollari, il gruppo Crédit Suisse con 1 milione di dollari, il Comitato Olimpico con 100 mila dollari e Kofi Annan in persona con 100mila dollari ricevuti in premio dalla città di Filadelfia per il suo impegno per la pace. Chi sono i donatori: aziende, singoli donatori, governi e organizzazioni internazionali Chi sono i beneficiari: i fondi verranno usati innanzitutto per combattere l?Aids. Chi lo governa: probabilmente una partnership fra donatori, sia pubblici che privati, e beneficiari. Non sono ancora stati fissati i criteri con cui verrà distribuito il denaro. Chi lo amministra: la Banca mondiale Quando sarà operativo: entro la fine del 2001


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