Mondo
LAfghanistan da cortile
Mentre rimbalza la notizia del rapimento dellinviato di Repubblica, nei corridoi del Transatlantico politici e colleghi fingono partecipazione e preoccupazione...
Mentre rimbalza la notizia del rapimento dell?inviato di Repubblica Daniele Mastrogiacomo, nei corridoi del Transatlantico politici e colleghi fingono partecipazione e preoccupazione, ma dietro le molte e solite dichiarazioni retoriche nascondono una sonora indifferenza. A preoccuparli, infatti, sono i soliti chiacchiericci di palazzo, quelli che riguardano legge elettorale e Dico in particolare, tenuta della maggioranza e/o ?maggioranze variabili?, per dirla alla Giuliano Amato intervistato dal Corriere della Sera di lunedì 5 marzo, in generale. Il presidente della Camera Fausto Bertinotti è andato fin dentro gli studi di Otto e mezzo, da Giuliano Ferrara, sempre lunedì, per aprire un canale (di dialogo) con Ulivo e Udc, sul tema. L?Afghanistan, dunque, si trasforma in sceneggiata macchiettistica ad uso interno delle liti da cortile della politica italiana e la grande stampa, da diversi punti di vista, ne offre debito conto. «Non fate elemosine», titola Libero di martedì 6, e così motiva: «Prodi con la complicità di Amato e Bertinotti mendica l?appoggio dell?opposizione per far passare in Senato il rifinanziamento della missione in Afghanistan». Tesi giusta, anche se esposta ruvidamente. Del tutto strampalata, invece, quella del Giornale («I comunisti fanno scoppiare la guerra Italia-Usa»), visto che il ministro degli Esteri si è solo mostrato preoccupato per le continue stragi di civili. Funambolica anche la tesi della Padania: «Sono proprio fatti» (con tanto di foto di uno spinello, ndr). Si tratta solo di un ordine del giorno, presentato dalla sinistra radicale e dagli antiproibizionisti, che non vincola il governo. Grottesco ed esagerato anche il titolo dell?Unità: «Kabul, la strage piomba in Parlamento». Ora in Parlamento è piombata la tragedia di un altro ostaggio di quella sporca guerra, ma lì si parla d?altro.
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