Mondo
Ladozione in prima serata
Ben 15 associazioni coinvolte. Troupe Rai sguinzagliate in tutto il mondo per filmare i progetti e dimostrare quanti benefici produce il sostegno a distanza.
di Paolo Manzo
Adozioni a distanza in prima serata tv il sabato sera: non siete su Scherzi a parte. No, è tutto vero. Basterà sintonizzarvi su Raiuno, il 25 marzo alle 21. Sentirete la sigla del nuovo show Amore, e vedrete tornare in scena Raffaella Carrà. Saranno tre ore di trasmissione che promettono di essere assolutamente innovative, con il 50% del tempo dedicato alle adozioni (o sostegno) a distanza, il resto a balletti, canzoni e ospiti in studio.
L?obiettivo dichiarato è quello di coinvolgere il pubblico da casa che, grazie ai filmati che le troupe Rai stanno girando in Asia, Africa e America latina, si renderà conto di quanto sia efficace l?adozione a distanza di un bambino del Sud del mondo. E potrà chiamare il numero 163200 per ?adottare? un bambino, senza poter sceglierne né l?età né il paese di provenienza. Un atto di bontà mirato nei confronti dei piccoli adottabili che dovrebbero essere in tutto 300mila. Amore è certamente una scelta coraggiosa da parte di tutti. Della presentatrice, del principale canale Rai e delle 15 associazioni coinvolte in quest?avventura grazie alla loro esperienza pluriennale nel sostegno a distanza.
Coraggiosa perché supera l?oramai abusato strumento dell?sms solidale e perché è stata sperimentata in precedenza solo in Spagna, dove la stessa Carrà è riuscita in una sola serata a far chiamare 60mila telespettatori per adottare minori. In Italia le puntate saranno dieci e, quindi, i numeri degli ?adottabili? sono enormi. Il sostegno a distanza promosso in trasmissione sarà ?personalizzato?, ovvero un unico sostenitore per quell?unico minore, mentre la quota mensile richiesta ai telespettatori sarà di 25 euro.
«Amore costituirà una bella sfida», spiega Daniele Scaglione, direttore della comunicazione di ActionAid International, «perché offrire agli italiani la possibilità di concretizzare la loro generosità è molto positivo, ma non si deve mai dimenticare che la lotta contro la povertà è prima di tutto un impegno in favore della giustizia e per i diritti umani. L?auspicio è che, anche in un?occasione particolare come quella del sabato sera, questo messaggio riesca a passare».
Save the Children opera col sostegno a distanza soprattutto nelle Filippine, in Mozambico, Egitto e Bolivia e, «per ora, le troupe della Rai sono già state a Manila», spiega Emanuela Salvatori che, però, non anticipa quale sarà il testimonial associato all?ong di cui cura la comunicazione. Già, perché ogni associazione avrà abbinato un personaggio famoso del mondo dello spettacolo o dello sport su cui, in molti casi, non si sa ancora nulla.
Non nel caso dell?Aibi, la cui capo ufficio stampa Francesca Mineo è in Brasile dove, sotto l?occhio vigile di una troupe Rai, l?ex ?re di Roma? «Falcão sta facendo una partitella di calcio all?interno di un istituto alla periferia di São Paulo, a Bororè, dove abbiamo un centro per bambini abbandonati». Secondo Donatella Ceralli del Ciai, «la trasmissione della Carrà dovrebbe parlare di tutti i paesi in cui operiamo con il sostegno a distanza, ovvero Vietnam, Cambogia, India, Etiopia e Burkina Faso. E di sicuro saranno in trasmissione i 27 genitori dei bambini morti nella scuola di San Giuliano, la cui associazione ha adottato a distanza i ragazzi del nostro progetto indiano».
Altra associazione coinvolta in Amore è Terre des hommes che ha accolto la Rai nel Progetto Famiglia di Calcutta. «Dovrebbe andare in onda la sera del 25 marzo», spiega l?addetta stampa Rossella Panuzzo. «Il regista della troupe ha detto al nostro responsabile progetto che questa esperienza ?gli ha cambiato la vita?, come alla redattrice Fiorella Ravera del resto».
Ma oltre all?India, Terre des hommes presenterà al grande pubblico del sabato sera anche il Progetto Kinshasa: «Per il Congo la Rai dovrebbe partire verso il 20 marzo, stanno aspettando il testimonial Beppe Fiorello», precisa Rossella. Anna Bonaldi ci tiene a sottolineare il metodo differente di Villaggi Sos Italia, l?ong per cui guida l?ufficio promozione e comunicazione: «Non occupandoci solo di bambini poveri ma anche di bambini abbandonati, dobbiamo dare anche una casa e, quindi, i costi sono molto più elevati. Perciò partecipiamo ad Amore con una cifra minima, poche centinaia di adozioni, facendo una deroga al metodo che seguiamo di solito. E lo facciamo perché è importante sensibilizzare all?adozione a distanza e mostrare che la facciamo da vent?anni con successo».
Raggiunto telefonicamente in India mentre stava accogliendo la troupe di Amore, il referente per l?Asia della Fondazione Aiutare i bambini, Francesco Caruso spiega: «Se sarà gestita bene, sarà il primo caso di trasmissione in prime time destinata a lasciare un segno».
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