Ucraina

Kyiv, i medici hanno fatto da scudo ai bambini

Gli attivisti italiani del Movimento Europeo di Azione Nonviolenta (Mean) oggi hanno visitato l’ospedale pediatrico colpito dal missile russo, il settore colpito dalla bomba si è presentato come un cumulo di macerie che operai e volontari stanno rimuovendo di corsa. Il racconto del primario della terapia intensiva dell'ospedale Serhii Chernyshuk

di Redazione

“I miei sogni” c’è scritto sul murales dedicato ai piccoli pazienti dell’ospedale pediatrico Okhmatdyt di Kiev (nella foto). Ma i sogni sono stati distrutti da un missile di Putin che l’8 luglio ha centrato il reparto di terapia intensiva che curava gli emodializzati.

Agli attivisti italiani del Movimento Europeo di Azione Nonviolenta (Mean) che oggi hanno visitato l’ospedale, il settore colpito dalla bomba si è presentato come un cumulo di macerie che operai e volontari stanno rimuovendo di corsa.

L’impatto che è costato la vita a una dottoressa e ne ha gravemente feriti altri cinque che versano in condizioni molto gravi, ha seriamente danneggiato gli altri edifici dell’ospedale che fanno da corona a  quello colpito, vecchio di 130 anni. Uno sarà demolito mentre il più nuovo, inaugurato due anni fa, ha resistito, anche se le vetrate si sono tutte frantumate.

Il primario della medicina e della terapia intensiva dell’ospedale, Serhii Chernyshuk, racconta con orgoglio e commozione che allo scoppio della bomba i medici hanno fatto da scudo con il loro corpo ai bambini ricoverati salvandoli, ma così hanno messo a repentaglio la loro vita: cinque sono ora in gravi condizioni.

Lo stesso giorno circa un’ora più tardi, i russi hanno distrutto una clinica ostetrica dall’altra parte del fiume Dnipro e hanno ucciso sette persone. Il bilancio finale dell’attacco dell’8 luglio è di 40 morti. Già altre volte i nemici avevano tentato di colpire il più grande ospedale pediatrico ucraino, ma i loro missili erano stati intercettati dalla difesa aerea. Questa volta ci sono riusciti.

Dei 650 bambini ricoverati ne restano 70 nelle strutture che non si sono danneggiate, i piccoli pazienti in condizioni migliori sono stati dimessi, quelli più gravi, soprattutto gli oncologici, sono stati trasferiti in altri ospedali.

Angelo Moretti portavoce del Mean ha portato l’abbraccio dell’Italia al personale sanitario,  a tutti i pazienti ricoverati e alle loro famiglie: “ci teniamo ad essere testimoni del grande coraggio del vostro popolo, che sentiamo già europeo e che sta pagando con il sangue la sua ferrea  volontà“.

“Molti paesi – afferma il dott. Serhii Chernyshuk – vivono senza guerra da anni e così dimenticano le atrocità che essa comporta. Fino a 10 anni fa anche noi pensavamo che l’orrore della seconda guerra mondiale non potesse ripetersi più. Adesso siamo sull’orlo della terza guerra mondiale perché il mondo tranquillo non ha il coraggio di dire ‘no’ a chi aggredisce un altro popolo. Ora non è possibile un compromesso: o reagiamo o moriamo. Abbiamo a che fare con uno che non vede differenza tra uccidere un militare o un bambino. Chiedetelo a chi si trova sotto occupazione: morire per mano del nemico non è la cosa peggiore che vi possa capitare“.

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