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Kosa, l’eurodeputato che non parla

Per la prima volta un deputato sordomuto a Strasburgo. Ecco chi è e cosa farà questo ungherese di 34 anni

di Redazione

Ieri era uno sconosciuto. Oggi, lui che non può nemmeno parlare, è sulla bocca di tutti. E’ Adam Kosa, presidente dell’Associazione dei Sordi ungheresi, il primo politico sordomuto ad essere stato eletto a Strasburgo.

E’ stato un disabile, il 15 luglio, a far soffiare il vento della storia nell’aula del parlamento. Il suo intervento, attraverso il linguaggio dei gesti tradotto da un’interprete in ungherese, lo ha consegnato alla storia  come il primo politico ad aver utilizzato la lingua dei segni nel parlamento europeo. «Sono molto commosso e felice di potere usare la mia lingua natale, l’ungherese, e io che utilizzo il linguaggio dei gesti sono molto sensibile a questi temi e vorrei che tutte le minoranze linguistiche potessero esprimersi nella loro lingua», ha detto fra gli applausi dei suoi colleghi.

Nato a Budapest nel 1975, avvocato e “advocate“  nei confronti della tutela dei diritti dei disabili, Adam Kosa si era candidato nelle liste dell’unione civica di aria centro destra, il FIDESZ, risultando il dodicesimo nella lista di preferenze. Il suo partito si è assicurato il 56.37% dei voti del suo paese. Con questa percentuale il FIDESZ si è aggiudicato 14 seggi e Adam Kosa dodicesimo nella lista di preferenze, è rientrato tra i parlamentari eletti.

Nella stessa giornata, Adam Kosa ha ufficialmente chiesto al nuovo presidente del parlamento europeo Jerzy Buzek di tradurre i dibattiti dell’aula del parlamento in lingua dei segni e di diffonderli live. «Oltre ad essere una cosa utile che faciliterebbe gli uomini e le donne con disabilità  ad integrarsi nella società europea, sarebbe anche un atto simbolico molto significativo » ha detto il neo eletto.

«Con Adam Kosa, anche la Lingua dei Segni entra per la prima volta a pieno titolo in una istituzione europea. Un grande passo in avanti verso il riconoscimento delle persone sorde come membri partecipi della vita comunitariai» è il commento che si legge su ens.it, il sito dell’ente nazionale per la protezione e l’assistenza dei sordi.

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