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Kitgum, arrivederci Giovanni Paolo II

Anche le campane di Kitgum hanno annunciato la morte di Giovanni Paolo II.

di Riccardo Bonacina

Anche le campane di Kitgum hanno annunciato la morte di Giovanni Paolo II. Nonostante poche ore prima numerosi colpi d?arma da fuoco avessero rotto il silenzio della notte, i cristiani si sono radunati in chiesa pregando e cantando. La gente non ha dimenticato l?incontro a Gulu nel febbraio 1993, quando la guerriglia sconsigliava qualsiasi visita nel Nord. I cristiani di Kitgum non hanno dimenticato le sue parole di benvenuto quando arrivarono a Gulu dopo tre giorni di cammino, per l?incontro così desiderato. Un saluto simile alle sue ultime parole: «Vi ho cercato e siete venuti, vi ringrazio». E il Papa il giorno prima di lasciarci li ha ringraziati nominando vescovo di Lira il comboniano Giuseppe Franzelli, che servì a lungo proprio a Kitgum. Il viaggio del Papa in Uganda fu straordinario, perché fu per noi, per il popolo, per la Chiesa, per ciascuno. La nostra famiglia ne ha un ricordo particolare avendolo incontrato ben tre volte in pochi giorni. Sabato 6 febbraio 1993. I bambini, i genitori e gli insegnanti della scuola italiana riescono a salutarlo al cancello della Nunziatura con il cartello «Vogliamo camminare sulla strada che ci indichi». Il Papa fa fermare l?auto. Intoniamo il canto polacco Oto jest dzien a lui così caro. Egli guarda tutti e poi bacia i bambini più piccoli, anche Michele di sette mesi. Domenica 7 febbraio. Il Papa incontra i malati nell?ospedale di Nsambya, dove annuncia l?istituzione della Giornata mondiale del malato. Siamo nella folla, eccolo che passa, intoniamo un canto polacco, Sto lat, ancora una volta funziona. Si ferma, Luciana gli prende la mano: il Papa la scruta, «Ma noi ci siamo già visti!». Mercoledì 10 febbraio. Nel pieno della notte organizziamo a casa nostra una vendita straordinaria d?artigianato, molto apprezzata dal seguito papale. Tra gli acquirenti c?è anche il medico personale del Santo Padre. Gli affidiamo un messaggio, circa la nostra amica Rose Akumu, morta d?Aids testimoniando una fede e una carità straordinarie. Risponde: «Signora, venga domani a versare una lacrima sulle mani del Papa!». Così la mattina dopo siamo in Nunziatura. Il segretario monsignor Stanislao ci mette alla fine della fila di persone che il Papa vuole salutare. Ecco che arriva: ci guarda a uno a uno. Siamo conquistati dal suo sguardo. Gli raccontiamo quello che facciamo. Ci guarda, ci fissa e sorride. Accarezza tutti, Maddalena, Maria, Matteo. Gratta il pancino di Michele imbronciato in braccio ad Ayoo. Un incontro di pochi minuti, ma eterno! Ci siamo sentiti guardati nel cuore, conosciuti e amati da questo uomo. Arrivederci Giovanni Paolo. Luciana e Filippo Ciantia, Kitgum Carissimi, grazie della bella lettera che abbiamo scelto tra le tante arrivate dopo il nostro numero speciale su Giovanni Paolo II.


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