Mondo

Ki-Zerbo: di cosa ha bisogno l’Africa

Il pensiero dello storico burkinabé in un'intervista a Chiamalafrica.

di Emanuela Citterio

Riportiamo stralci di un’intervista recente a Ki-Zerbo realizzata da Michele Dotti dell’associazione Chiamalafrica. Gli chiedo allora cosa servirebbe all?Africa oggi, per risollevarsi. ?Le priorità per l?Africa oggi sono tre: anzitutto l?Unità africana, poi l?educazione, e infine la democrazia. Ma è l?unità africana la vera priorità, senza la quale non ci sarà mai democrazia, perché senza un mercato interno africano non ci può essere il valore aggiunto che viene dalla lavorazione delle merci; e così non ci può essere la classe media che è alla base della democrazia. Ora abbiamo solo pochi ricchi che si arricchiscono sempre più, mentre le masse sono sempre più povere; in questo modo rimarremo sempre solo produttori di materie prime per gli altri; non ?soggetti della nostra storia?, ma ?oggetti della storia degli altri?. Un proverbio burkinabé dice che ?I legni bruciano solo quando stanno vicini?. Noi ora siamo divisi, e nessun paese da solo può farcela ad uscire dalla crisi. Dobbiamo riunirci per accendere il fuoco, solo allora potremo donare un colore nuovo all?arcobaleno della storia umana, il colore dell?Africa. Solo uniti potremo avere una personalità ed è in questo che abbiamo bisogno non tanto di aiuti economici, ma di ricostruire il tessuto delle relazioni. ?Meglio perdere il cappello che la testa? recita un proverbio; beh, oggi l?Africa sembra più preoccupata del suo cappello che della sua testa e il rischio è quello dell?omologazione culturale. Senza unità africana avremo non solo povertà ma un continuo impoverimento e questo sta portando ad una urbanizzazione sempre più rapida che ha un duplice effetto negativo: spopola le campagne che invece avrebbero tanto bisogno dei loro giovani, e ingrossa le file dei disperati nelle città; questi poi, emigrando andranno a cercare lavoro in Europa. Però noi sappiamo bene che ora non c?è lavoro in Europa! La disoccupazione, del resto, è un fatto strutturale, come è strutturale il debito estero. All?ultimo G8 i potenti della Terra hanno teso una mano verso l?Africa, ma questo non basta! Io sono sicuro che se noi oggi cancellassimo il debito dei paesi poveri, domattina si sarebbe già riformato, perché è strutturale. Non basta cancellare il debito, bisogna cambiare le regole del gioco! La crisi attuale è il frutto delle politiche neo liberiste e della deregolamentazione. Le regole sono necessarie, non può essere lasciato tutto nelle mani delle imprese private?. Gli chiedo allora ?Pensa che arriveremo mai all?unità africana? Quanto tempo ci vorrà??. Sorride. ?E? molto difficile, perché un?Africa unita fa paura a molti. Ma noi non chiediamo più potere per dominare, ma solo per poter essere liberi e indipendenti davvero. Quanto ci vorrà? Nessuno può saperlo. Credo però che dobbiamo cercare di realizzarla nel medio periodo, in decenni, perché se ci adagiamo a ragionare sui tempi lunghi, sui secoli, forse non ci arriveremo mai?. Noi siamo senza parole, lui invece è radioso e ci lascia ringraziandoci: ?Ascoltare è donare e voi mi avete ascoltato a lungo, per questo voglio ringraziarvi molto?. Usciamo da quella casa dopo quasi un?ora di incontro, certi di aver incontrato uno dei più grandi uomini dell?Africa: un uomo che la storia non l?ha solo studiata, ma la sta scrivendo giorno per giorno.


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