Formazione

Kenya, si lavora alla mediazione

Continuano gli scontri. Ma oggi arriva a Nairobi il presidente dell'Unione Africana per tentare di portare allo steso tavolo il presidente e il suo rivale

di Redazione

Almeno 299 morti dal 27 dicembre: questo il bilancio degli scontri in Kenya secondo le fonti ufficiali. Secondo la Croce Rossa locale sono 70mila gli sfollati che hanno dovuto fuggire dai loro villaggi a causa degli scontri tribali scoppiati dopo l’annuncio della vittoria elettorale di Mwai Kibaki. Kibaki, presidente uscente, è leader del Pnu ed è della dinastia Kikuyo. Il suo rivale Odinga, leader dell’Orange democratic movement (Odm), è dei Luo.

Giovani armati di machete pattugliano le strade delle città mentre le maggiori potenze mondiali si muovono per arginare l’ondata di violenza. ntanto la polizia del Kenya ha imposto il coprifuoco a Kisumu, la città dell’ovest dove sono morte durante la notte 53 persone nel drammatico rogo di una chiesa.

È atteso oggi a Nairobi il presidente dell?Unione Africana (Ua), il capo di stato ghanese John Kufuor. Come rivela l’agenzia Misna, «la mediazione di Kufuor si affianca a quelle avviate nelle ultime 48 ore dalla diplomazia internazionale e dall?ex-presidente della Sierra Leone Ahmad Tejan Kabbah che, in qualità di capo della missione elettorale del Comonwealth, ieri ha incontrato il presidente keniano Mwai Kibaki, Railda Odinga (principale candidato dell?opposizione che si dichiara vincitore delle elezioni) e Kalonzo Musyoka, altro esponente di spicco della minoranza giunto terzo al voto. Secondo indiscrezioni pubblicate dalla stampa locale, che cita fonti ?ben informate?, Kabbah ieri avrebbe strappato ai tre esponenti un consenso per la diffusione di un messaggio congiunto alla nazione nel quale invitare alla calma la popolazione.

Ancora incerto, invece, il raggiungimento di un accordo politico: se Musyoka si è detto favorevole alla formazione di un governo d?unità nazionale, il gruppo di Odinga ritiene che la nascita di un tale esecutivo costituirebbe un?implicita ammissione della vittoria di Kibaki e continua perciò a chiedere il riconteggio dei voti da parte di un?istituzione indipendente».

Padre ‘Kizito’ Sesana, missionario comboniano nella baraccopoli di Kibera di Nairobi, intervistato oggi da Repubblica descrive la situazione nella capitale del Kenya: ”La tensione resta alta e si sono registrati scontri in tutta la città -dice- Gli uomini girano in gruppi armati di machete e le donne con sassi e pietre, mentre molte baracche sono state date alle fiamme”.

”Si assiste ad uno spettacolo insolito per chi vive nella città – aggiunge il missionario – con strade deserte, finestre sbarrate e una calma del tutto innaturale. La gente aspetta che l’atmosfera si distenda per riprendere la vita di sempre”.


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