“HEAVY Gunfire reported at @WestgateMallKe in Weslands #RedCross Ambulance @EMS_Kenya at scene ^PO“. È stato il primo tweet scritto dalla Croce Rossa del Kenya pochi minuti dopo le prime esplosioni al Westgate Mall lo scorso 21 settembre. Sono stati, e continuano a esserli, giorni in cui il Kenya affronta l’emergenza anche sui social media. Ma come ha risposto il Kenya?
Il fundraising dell’emergenza. Sono stati più di 100mila i kenioti che, da tutto il paese, in meno di 24 ore hanno fatto donazioni alla Croce Rossa del Kenya: oltre 30milioni di scellini (250mila euro) in meno di 24 ore raccolti per le operazioni di soccorso per le vittime dell’attentato al centro commerciale di Nairobi.
Come è stato possibile trasferire tanto denaro da tutto il Kenya in così poche ore in un paese con banche concentrate solo nelle grandi città e con poche infrastrutture e strade asfaltate per raggiungerle? Un trasferimento di denaro fatto con i telefoni cellulari tramite un servizio nato proprio in Kenya dalla rete mobile Safaricom. Si chiama M-Pesa (dove M sta per mobile e pesa in swahili vuol dire denaro) ed è un servizio inaugurato nel 2007 e che oggi si è espanso in tanti paesi dell’Africa e dell’Asia.
M-Pesa ha avuto successo soprattutto nelle aree rurali dei paesi che l’hanno adottato e, in alcuni casi, ha provocato cambiamenti notevoli. A esempio, nel 2008 in Afghanistan, dove M-Pesa è stato usato per dare gli stipendi ai poliziotti, il governo afghano ha scoperto un enorme giro di corruzione (10% degli stipendi andavano a poliziotti che esistevano solo sulla carta). Nella pratica, sebbene la transazione abbia comunque un costo (e in Kenya sta aumentando), è un servizio nato per chi non ha possibilità di accedere ad una banca o di sostenere i costi di un conto corrente bancario: ad esempio, con M-Pesa molti contadini riescono a mantenere i figli che vanno a scuola in villaggi o città lontane da quelle di origine. Secondo il rapporto Mobile Money Transfer & Remittances stilato da Juniper Research, una società di ricerca e analisi di mercato nel settore mobile e hi-tech, nel 2018 nel mondo ci saranno 400 milioni di persone che trasferiranno denaro attraverso un pagamento effettuato con un dispositivo mobile. Quest’anno sono stati, siamo stati (ne ho usufruito anche io in Tanzania per prepagare da un villaggio rurale di Iringa un biglietto dell’autobus che mi doveva potare a Dar Es Salaam) in 150milioni di utenti.
L’emergenza su twitter. Dal profilo della Croce Rossa a Safaricom, passando per il profilo ufficiale del Ministero degli interni Keniota fino ai blogger, twitter è stato il principale amplificatore della raccolta fondi, ma anche per la richiesta delle donazioni di sangue e il supporto psicosociale alle vittime. Secondo l’analisi della BBC sullo scontro che c’è stato anche su twitter tra il Kenya e al-Shabab, il più interessante uso dei social media da parte delle autorità è stato quello di radunare i keniani dietro le forze di sicurezza rispondendo all’attacco come hashtag #WeAreOne e #WithOneAccord, un riferimento per l’inno nazionale del Kenya. “Kids on skates urging people to donate blood. #WestgateAttack pic.twitter.com/3ZlicptrrJ” è l’immagine che il blogger keniano Robert Alai ha condiviso su twitter per supportare la donazione del sangue.
È una notizia delle ultime ore quella che riguarda la nascita di Twitter Alerts: in caso di emergenze o calamità naturali gli utenti di twitter verranno informati con una notifica push o un SMS, un avviso proveniente da organizzazioni credibili. In questo momento il servizio è riservato ad alcune organizzazioni degli Stati Uniti, il Giappone e la Corea, ma l’obiettivo è di arrivare in tutto il mondo.
Westgate: obiettivo 80 milioni. Per sostenere la Croce Rossa del Kenya nell’emergenza Westgate, l’obiettivo di Safaricom è quello di raccogliere 80 milioni senza applicare alcuna percentuale per la transazione. Per questa emergenza quindi non c’è il nostrano basta un sms“: è un vero e proprio trasferimento di denaro che va dai 10 ai 50mila scellini che gli utenti possono trasferire al numero 848484.
E dalle nostre parti? L’Osservatorio Fundraising 2012 ha stimato che il 55% degli italiani che dicono di aver donato, hanno utilizzato SMS solidali (particolarmente interessante il punto di vista di Paolo Ferrara, responsabile del Fundraising di Terre des Hommes). Nell’ultima emergenza nazionale, all’indomani del terremoto in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, sono stati raccolti 15.127.898 euro (la rete, attraverso progetti come Open Ricostruzione sta monitorando la situazione e lo stato della ricostruzione e delle donazioni). Ecco: a che punto siamo con la gestione delle emergenze? Enti, istituzioni, associazioni, istituti di credito, compagnie telefoniche, utenti di twitter e della telefonia mobile, cittadini… noi?
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