Da Nairobi (Kenya) – Secondo un recente rapporto del ministero per lo sviluppo della pesca keniota, l’industria della pesca in Kenya rischia il declino per la drastica riduzione di pesce nel Lago Vittoria, in particolare di alcune specie più pregiate, dovuta a un eccessivo sfruttamento delle sue acque.
Il rapporto sottolinea altresi’ che, per esempio, il persico del Nilo (noto tra gli specialisti come Lates niloticus), largamente diffuso in Africa e molto richiesto dai mercati europei, è sempre meno numeroso, al punto che la sua quantità nell’ultimo anno è scesa di oltre il 50%. Per questo motivo i pescatori keniani ne hanno potuto ricavare solo 2,5 miliardi di scellini (oltre 27 milioni di euro) rispetto ai 4,5 dell’anno precedente, quasi 50 milioni di euro. In calo anche la quantità di Tilapia, anch’essa tra le specie più ricercate e remunerative, mentre restano abbondanti le sardine di lago (Rastrineobola argentea), che ammontano al 58% del pesce pescato durante l’anno, eppure ‘valgono’ soltanto 1,7 miliardi di scellini (18,6 milioni di euro) su un totale di 6,5 miliardi di guadagni complessivi, cioè 71,4 milioni di euro.
Oltre al Kenya, preoccupazioni per lo stato della pesca sul Lago Vittoria sono stati espressi anche da Uganda e Tanzania; in particolare il commissario ugandese della pesca, Dick Nyeko, ha attribuito alcune responsabilità all’aumento incontrollato della popolazione lungo le sponde del lago, mentre il governo ha imposto un divieto di sei mesi di pesca con piccole reti, per preservare i pesci più piccoli.
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