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Karlo, nuovi occhi di lince sulla natura alpina

Nelle foreste di Tarvisio, in Friuli, rilasciata la quinta lince, nell'ambito del progetto comunitario, Life Lynx, sostenuto dal Wwf in varie parti dell'Europa. È il quinto esemplare dal marzo scorso

di Barbara Marini

Nella millenaria foresta del Tarvisio, nell’estremo nord-est del Friuli Venezia Giulia, al confine con la Slovenia, è stata rilasciata, martedì, l’ultima di cinque esemplari di lince (Lynx lynx); un programma di rafforzamento e si spera di ripopolamento, per il territorio italiano.

La ricerca condotta da ULyCA (Urgent Lynx Conservation Action), è stata approntata per individuare un nucleo di linci che consenta il ricongiungimento della popolazione alpina con quella delle Alpi Dinariche, della regione balcanica. Le linci “traslocate” in Italia, in particolare, si integreranno con gli esemplari già liberati nelle Alpi Giulie slovene, nell’ambito del progetto comunitario Life Lynx, misura resasi necessaria per contrastare l’impoverimento genetico di cui soffriva questa popolazione.

Niente si improvvisa in natura e nella ricerca scientifica. La lince liberata, Karlo, ha un nome scelto in ricordo del guardiacaccia che lo catturò sui monti Dinarici nell’ottobre scorso in Croazia: si tratta di un giovane maschio che aveva perduto la madre e per questo è stato riabilitato nello zoo Bojnice in Slovacchia, specializzato in questo tipo di recupero.

L’evento di liberazione, svoltosi in occasione della Giornata Internazionale della Lince (International Lynx Day), è stato condotto insieme ai Carabinieri forestali, Progetto Lince Italia dell’Università di Torino con il sostegno del Wwf e le associazioni venatorie internazionali.

Perché è così importante? Perché la lince è certamente il mammifero più raro nel nostro panorama faunistico e rischia di scomparire: le linci traslocate in Italia, in particolare, andranno a integrarsi con gli esemplari già liberati nelle Alpi Giulie slovene nell’ambito del progetto comunitario “Life Lynx”: questa azione si è resa necessaria per contrastare l’impoverimento genetico di cui soffriva la popolazione.

Le fasi del progetto

Si va dunque a ripristinare la connessione tra le popolazioni di linci slovene e italiane, dando vita a un nuovo nucleo vitale in un'area strategica, un vero e proprio corridoio biogeografico in grado di fungere da ponte tra le popolazioni dinariche e alpine. Si tratta di una operazione internazionale complessa dal punto di vista organizzativo, logistico e tecnico-scientifico, che ha richiesto e richiede una ampia condivisione e partecipazione. Prima delle traslocazioni dalle aree di cattura, tutte le linci sono state sottoposte ad un accurato controllo sanitario e sono state dotate di un radiocollare per poterne seguire i movimenti alla ricerca di un territorio. Inoltre, il loro profilo genetico è stato testato per evitare traslocazioni di linci imparentate. Dopo il loro rilascio, le 5 linci traslocate vengono monitorate dal gruppo di ricerca in collaborazione con i cacciatori locali utilizzando trasmettitori gps.


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Identikit di una lince. Anzi cinque

Wwf ci racconta chi sono le cinque protagoniste del ripopolamento: c'è Margy è una giovane femmina di 3 anni del cantone del Giura, in Svizzera. Il suo nome è stato scelto dal capo progetto generale Raffaele Pio Manicone. È stata rilasciata il 9 marzo 2023 e trasferita a nord, passando per la Slovenia ha attualmente raggiunto i Nockberge nella regione della Carinzia. Anche Sofia è una giovane femmina di 6 anni del cantone del Giura, in Svizzera. Il suo nome è stato scelto dallo sponsor del progetto Wwf. È stata rilasciata il 16 marzo 2023 e attualmente si trova anche in Carinzia, a nord della città di Villach. Jago è una lince maschio di 3 anni di Vrancea, Romania. Il suo nome è stato scelto dai cacciatori locali che lo hanno rilasciato in natura il 16 maggio 2023. Ora sta esplorando le Alpi Giulie. Talia è invece una femmina di 2 anni anche lei di Vrancea, Romania. Il suo nome è stato scelto dai bambini delle scuole elementari di Tarvisio. È stata rilasciata insieme a Jago il 16 maggio 2023. Il maschio di lince Karlo è stato rilasciato il 13 giugno 2023 a Tarvisio, in occasione della Giornata Internazionale della Lince. È stato catturato il 22 ottobre 2022 in Croazia poiché aveva perso sua madre. Le giovani linci seguono la madre fino all'età di undici mesi prima di diventare indipendenti. Se perdono la madre prima, hanno poche possibilità di sopravvivenza. Karlo, infatti, si avvicinava alle case in cerca di cibo. Le esperienze passate hanno dimostrato che tali linci orfane possono essere riabilitate con successo, cioè, allevate in cattività e rilasciate in natura come linci sane. Per la riabilitazione, Karlo è stato portato allo zoo Bojnice in Slovacchia, un centro specializzato per la riabilitazione delle linci. Karlo ricevette il suo nome in onore del guardiacaccia che lo catturò sui monti Dinarici.

Un progetto internazionale

Importante, dunque, il supporto ricevuto da Wwf Italia, Germania, Svizzera e Austria, oltre alla collaborazione del gruppo di lavoro “Caccia e lince” che riunisce le principali associazioni venatorie regionali. La realizzazione di questo progetto è stata possibile solo grazie alla fattiva collaborazione del Servizio Biodiversità del Friuli Venezia Giulia, dell'Autorità Veterinaria Regionale (Asufc), del Corpo forestale regionale, del team dell'Ufficio federale dell'Ambiente (Bafu) in Svizzera, della Cantone del Giura, Kora, responsabile delle catture di lince in Svizzera, l'Istituto per la salute dei pesci e della fauna selvatica dell'Università di Berna e le due stazioni di quarantena degli zoo Goldau e Dählhölzli (entrambi in Svizzera). In Romania sono stati fondamentali l'Ufficio per la Biodiversità del Ministero dell'Ambiente, delle Acque e delle Foreste, Romsilva (Agenzia Statale per la Gestione delle Foreste e della Caccia) e l'Acdb, un'organizzazione di biologi attivi nel campo della conservazione. Infine, in Croazia il ministero della Protezione Ambientale e della Pianificazione territoriale nonché le Università di Zagabria e Karlovac e in Slovacchia il ministero e lo zoo Bojnice che si sono occupati professionalmente della lince Karlo.

Ora speriamo che chi le incontrerà le lasci vivere e ripopolare le nostre Alpi, in simbiosi con la natura.

Nelle foto di Ermes Furlani, in apertura, e di Lucia Quindici, nella gallery, la liberazione di Talia, avvenuta nel marzo scorso.

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