Mondo

Jungala. Aspettando l’Inghilterra a Calais. Il teaser

Una baraccopoli più di altre racconta l'Europa, quella che qualcuno chiama “L'Unione degli Egoismi”. È a Calais e i suoi abitanti la chiamano Jungala. È l'esempio, in carne e ossa, di un continente in cui sorgono nuovi muri mattoni o di filo spinato e vengono ripristinate le frontiere.

di Menestrals

Lunedì 29 febbraio le forze dell’ordine francesi hanno dato il via allo sgombero della parte sud della Giungla di Calais, la baraccopoli più grande d’Europa.

Per volere della prefettura, in pochi giorni sono state abbattute decine di baracche e sfollate centinaia di persone, destinate a sistemazioni provvisorie in strutture adibite dalle istituzioni francesi. I media di massa sono stati solerti nel riportare le immagini destabilizzanti delle famiglie senza più un’abitazione, degli scontri avvenuti e soprattutto dei numerosi esempi di resistenza passiva, come i cinque profughi iracheni che per protesta si sono cuciti le bocche.

Vita, insieme al gruppo di giovani reporters Menestrals, è andata sul campo per raccontare per immagine e dalla viva voce dei protagonisti la jungle di Calais.

Ecco il teaser del reportage che ne è nato.

Il materiale con cui abbiamo realizzato questo documentario è stato raccolto tra il 24 e il 28 febbraio: abbiamo abbandonato Calais il giorno prima dello sgombero, ma questo non ha cambiato il nostro piano di lavoro. A documentare quei giorni convulsi ci hanno già pensato in molti: l’idea con cui siamo saliti sulle coste della Manica, invece, era radicalmente diversa. Volevamo fotografare una comunità, raccontarla, viverla. Per poi restituire al lettore un’informazione di più ampio respiro rispetto alla breaking news, in grado di superare il sensazionalismo e andare oltre rispetto ai soliti servizi dalla Giungla.

Volevamo insomma costruire una testimonianza completa, interessante, attendibile: come si vive, davvero, nello slum di Calais? Presto l'intero reportage sul sito di Vita.

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