Non profit

Jovanotti e Miss Italia, e la sinistra va

Un giovane lettore deluso dai diesse ci scrive: «Vorrei essere di sinistra ma la sinistra non c’è più»

di Riccardo Bonacina

Conservo accanto alla mia scrivania una bellissima vignetta di Altan del settembre 1998 in cui il suo tradizionale personaggio con naso caduco, in ginocchio e le mani giunte, diceva: «Fa sì, o Signore, che io continui a essere di sinistra». Una vignetta cara a tanti elettori e militanti delusi della grande famiglia della sinistra italiana. Un anno dopo sono convinto che il personaggio di Altan, come del resto il sottoscritto, non ha più nemmeno la forza per pregare. Non mi riferisco solo ai grandi fatti che hanno caratterizzato il primo governo a guida diessina, come la guerra del Kosovo o il nulla messo in campo per i giovani, per la loro formazione e per la loro occupazione, o al paradosso che vuole che la grande battaglia della sinistra negli ultimi sei mesi riguardi gli spot televisivi di propaganda elettorale, ma anche ai piccoli avvenimenti nascosti nelle pieghe della cronaca di questo settembre ?99.
Primo esempio: i diessini bolognesi, non contenti delle sberle ricevute nell?ultima tornata elettorale, fanno quadrato attorno a Jovanotti come direttore artistico e testimonial di ?Bologna 2000?, megaprogetto da loro stessi concepito per dare prebende miliardarie a tutti quelli che non portano voti come il cantante o Umberto Eco. Non solo, il premier D?Alema, corrucciato, riceve la rockstar e si fa carico del problema e il settimanale della sinistra snob, Il Diario, dedica la copertina al caso che sconvolge le masse popolari!!! Sbaglio, direttore, o proprio su Vita neppure un mese fa il Forum del Terzo settore bolognese aveva attaccato gli amministratori bolognesi, vecchi e nuovi, per aver escluso l?associazionismo da ?Bologna 2000? affidandolo a intellettuali e rockstar? Quella era una critica sensata, una posizione di sinistra, si sarebbe detto secoli fa. Ma oggi che confusione, il consigliere dei diesse dice: «Jovanotti è una soluzione che difenderemo».
Secondo esempio: nelle pieghe delle cronache di fine estate ho letto con incredulità che il segretario della Commissione comunicazione del senato, il senatore del Ppi Giuseppe Lo Curzio, ha proposto di nominare il patron di Miss Italia, Enzo Mirigliani, senatore a vita. E con incredulità doppia ho letto che il presidente della Rai, Roberto Zaccaria, ha dichiarato a tal proposito che: «I requisiti ce li avrebbe tutti, Enzo Mirigliani ha dato lustro al Paese, nelle arti e nella cultura». Caro direttore, proprio così! Chi si aspetta che il primo governo a maggioranza, neo e vetero, comunista desse una spallata decisa al duopolio televisivo che da anni ingessa e deprime l?informazione e la cultura, si deve accontentare di leggere questi ameni e senili eccitamenti di due rappresentanti istituzionali di questa maggioranza. Che fare? Dove sbattere la testa?
Matteo Lucchini, Bologna

Risponde R. Bonacina: Carissimo giovane lettore lei ha ragione. Forse non le sarà sfuggito un articolo di fine agosto su La Stampa di Jack Lang che affermava che per reclutare i giovani, la sinistra avrebbe dovuto offrire ?nuovi eroi e nuove emozioni?. Un?affermazione che fa il paio con la passione dei diessini per Jovanotti o per quella di Zaccaria e Lo Curzio per le ragazze di Miss Italia. Sempre su La Stampa, una settimana dopo, Gianni Riotta commentava: «Quello di Jack Lang è il manifesto della Mummia, non quella cinematografica, ma quella della politica». Lei mi chiede: che fare? Un solo consiglio: lasci perdere l?antinomia destra e sinistra già seppellita dall?ironia devastante di Gaber un decennio fa. Stia sempre dalla parte della realtà e dei fatti senza sottrarsi alla politica ma cercando di usarla affinché le esperienze di libertà e di responsabilità possano crescere. Lo sa che anch?io conservo quella vignetta di Altan? Chissà, oggi quello stesso personaggio potrebbe forse pregare così: «Signore fa sì che io non rifugga dalla politica».

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