Sostenibilità
Joint-venture Italia Cina per produrre energia verde
Firmato da imprese italiane un accordo per lo sfruttamento dei rifiuti prodotti dalla Shineway Group, il primo produttore di salumi in Cina ed il terzo nel mondo
di Redazione
Firmato da imprese italiane un accordo per lo sfruttamento dei rifiuti prodotti dalla Shineway Group, il primo produttore di salumi in Cina ed il terzo nel mondo: ad annunciarlo in una nota sono l? Asja Ambiente S.p.A, l?Euregio Finance SpA e il Consorzio Gaia S.p.A che costituiranno una joint venture per la produzione di energia ”verde” da biogas generato dai rifiuti organici suini di grandi allevamenti di proprietà della Shineway Group nell?intento comune di preservare l?ambiente grazie al risparmio di ingenti quantità di CO2. Il progetto, secondo quanto si apprende nella nota, prevede la realizzazione del primo impianto entro il 2006 con un investimento pari ad 1,3 mln di euro e dovrebbe generare almeno 3 mln di euro di ricavi in otto anni: è prevista la realizzazione di altri impianti sulla base di un piano decennale. ”Questa ambiziosa previsione di crescita del Gruppo Shineway -si legge nel testo- nasce dalla consapevolezza che il crescente benessere in Cina farà costantemente salire la domanda di carne e salumi e quindi di allevamenti zootecnici”. Il Ministero dell’Ambiente e della Difesa del Territorio nell’ambito del programma di cooperazione Italo-Cinese per la protezione ambientale, secondo quanto fanno sapere le imprese, ha concretamente dato il suo aiuto nello sviluppo del progetto anche fornendo indirizzi di studio e di creazione dei protocolli adeguati a rendere fattibile questo importante accordo (il primo in ambito internazionale nell’area dei rifiuti da allevamenti animali). ”’E un accordo che segue i dettami del Protocollo di Kyoto -continua la nota- e promuove l?uso di tecnologie atte a ridurre l’ impatto ambientale.” Le imprese, secondo quanto si legge nel testo, che promuovono investimenti all’estero, realizzano un duplice vantaggio: il primo, di carattere ambientale, porta una forte riduzione dei gas serra (GHGs), responsabili del surriscaldamento dell’atmosfera terrestre; il secondo, di carattere economico, permette il ritorno dell’investimento a seguito di ricavi provenienti dalla vendita dei certificati di emissione evitata (Cers) sul mercato internazionale, prescindendo dalla situazione economica del Paese in cui si costruisce l’impianto.
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