Sostenibilità
Johannesburg: Wwf, bilancio della prima settimana
E' un bilancio "agrodolce" quello che si puo' ricavare dalla prima settimana di lavori al vertice mondiale di Johannesburg
di Redazione
E’ un bilancio “agrodolce” quello che si puo’ ricavare dalla prima settimana di lavori al vertice mondiale di Johannesburg sul’ambiente e sullo sviluppo sostenibile. Lo sottolinea il Wwf Internazionale, che ricorre all’aggettivo “agrodolce” per gli aspetti si’ positivi emersi dal dibattito ma anche per i tanti ancora negativi evidenziati dalla difficile trattativa su piu’ fronti tra i Paesi ricchi e quelli in via di sviluppo. Un bilancio anzi in definitiva non del tutto esaltante perche’ – sottolineano in casa Wwf – si e’ raggiunto un accordo su appena due questioni: l’ambiente marino e la gestione delle sostanze chimiche nocive. Le trattative invece sul commercio e sulle energie rinnovabili non hanno fatto progressi, “essendo gli interessi economici dei ricchi anteposti ai bisogni della povera gente e dell’ambiente”, e fino ad adesso le negoziazioni non si sono concluse con degli impegni in grado di assicurare un futuro sostenibile al pianeta e alla gente che ci vive”, ha dichiarato Claude Martin, direttore generale del Wwf Internazionale. “Tuttavia – ha aggiunto – siamo speranzosi che l’incontro dei capi di Stato e di governo possa capovolgere le tendenze che abbiamo visto sino ad ora”. Analizzando i distinti capitoli, il Wwf rileva che ad esempio in tema di commercio i sussidi e l’accesso al mercato “rimangono il cuore delle negoziazioni”. Nelle trattative precedenti al summit e’ stato raggiunto un accordo tra i delegati del commercio europei e statunitensi che e’ alla base dell’attuale testo negoziale. Questo accordo “pone gli interessi dell’elite economica al di sopra dei bisogni dell’ambiente e dei poveri”. In particolare i negoziatori – sostiene il Wwf – hanno elaborato un testo che mantiene l’agenda di globalizzazione e fallisce invece su tre questioni chiave: nel mettere gli accordi ambientali internazionali al di sopra degli obiettivi del WTO; nella centralita’ del principio di precauzione stabilito nel 1992 dalla dichiarazione di Rio sull’ambiente e sullo sviluppo; nell’impegno ad eliminare il sistema dei sussidi che danneggia l’ambiente, come quello legato all’agricoltura e all’energia. E a proposito di energia, viene rilevato che nonostante la posizione contraria di Stati Uniti, Australia, Canada e Giappone, dal vertice emerge che si sta tenendo un dibattito sui nuovi obiettivi da raggiungere in materia di energia rinnovabile. Un gruppo di nazioni – Brasile, Norvegia, Messico, Filippine e Argentina – ha come obiettivo il raggiungimento del 10% dell’uso di fonti rinnovabili sul totale dell’energia utilizzata entro il 2010. E anche il Venezuela ha espresso il suo sostegno, mandando cosi’ “un segnale positivo poiche’ segnala che il G77 non e’ unitariamente contrario al raggiungimento di questo obiettivo”. L’associazione ambientalista spera ora che l’Unione Europea sostenga la proposta di arrivare a toccare quell’obiettivo del 10%, “invece di essere a favore dello sviluppo dell’energia idrica e di un insostenibile uso della legna come carburante”.
Quanto all’accesso per tutti all’acqua potabile, il dibattito ha detto che “solamente gli Stati Uniti e Australia non concordano ancora con l’obiettivo di dimezzare il numero di persone che non hanno accesso alle reti idriche e fognarie entro il 2015”, e dunque un accordo potrebbe essere forse raggiunto. Non mancano tuttavia le preoccupazioni perche’, nonostante i governi stiano prendendo decisioni giuste per assicurare alla gente l’accesso all’acqua, niente e’ stato ancora formalizzato in modo da assicurare che ci sia acqua per la natura e per la gente. C’e’ poi il capitolo della biodiversita’: esistono “gravi problemi riguardanti l’obiettivo di arrestare ogni ulteriore drammatica perdita di biosistemi differenti entro il 2010. C’e’ una forte opposizione da parte dei Paesi del G77 e il Wwf e’ preoccupato che gli Stati Uniti possano supportarli”. Dato che 180 nazioni hanno gia ratificato la Convenzione sulla Biodiversita’, “il timore e’ che i principi sui quali ci si e’ gia accordati possano essere messi in discussione”. Per quel che concerne invece le sostanze chimiche tossiche, i negoziatori hanno trovato un compromesso su tutte le questioni irrisolte, con l’eccezione della parte riguardante l’approccio preventivo. Pero’ – dice il wwf – alla fine il risultato delle negoziazioni e’ che “l’accordo raggiunto a Johannesburg e’ piu debole degli impegni su cui ci si era gia intesi in altri meeting internazionali”. Infine l’ambiente marino. Il testo che e’ stato approvato ha stabilito come obiettivo il ripristino degli stock esauriti di pesce entro il 2015 e l’eliminazione dei sussidi perversi. Nonostante sia incompleto sulla parte riguardante il piano di azione e contenga poche misure nuove da adottare e poche scadenze, il documento “rafforza” l’appello del Wwf sulla riforma dei sussidi e allo stesso tempo “conferma la Politica Comune della Pesca dell’Unione Europea”, offrendo cosi’ alla stessa UE “l’opportunita’ di essere la prima realta’ politica a poter raggiungere l’obiettivo prefissato”.
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