Sostenibilità

Johannesburg: senza accordi nel 2020 8 milioni di morti da smog

A lanciare l' allarme, nel corso del Summit sullo sviluppo sostenibile, sono stati l' Oms Europa, Legambiente ed Amref.

di Redazione

Se a Johannesburg non verranno presi accordi globali per diminuire le emissioni inquinanti, fino al 2020 ci saranno in Europa 8 milioni di morti da smog in piu’. A lanciare l’ allarme, nel corso del Summit sullo sviluppo sostenibile, sono stati l’ Oms Europa, Legambiente ed Amref. ”L’inquinamento atmosferico in Europa è già responsabile del 6% delle morti totali – spiegano le associazioni – se da qui non usciranno precisi e vincolanti impegni per la riduzione dei gas nocivi, tra il 2002 e il 2020, solo nel Vecchio Continente potrebbero esserci 8 milioni di morti in più a causa dell’ inquinamento atmosferico prodotto dal traffico, dall’ industria, dagli usi energetici domestici”. Quello dei Paesi ricchi, aggiungono, ”è un modello economico e produttivo insostenibile, che produce effetti devastanti non solo in Occidente, ma anche nel Sud del Mondo: le alterazioni climatiche provocate dai gas serra favoriscono infatti la rapida espansione di patologie come la malaria, che gia’ oggi fa registrare 500 milioni di nuovi casi ogni anno, il 90% dei quali in Africa, e 2,7 milioni di decessi”. ”I 189 Paesi riuniti a Johannesburg non possono ignorare gli effetti sanitari e sociali causati dall’ immissione di gas serra in atmosfera – hanno sottolineato Roberto Della Seta, portavoce di Legambiente e Chiara Luti, portavoce di Amref Italia – perche’ si tratta di effetti destinati a diventare sempre piu’ gravi: il settore trasporti, principale fonte di emissione di anidride carbonica nell’ Ue (26% del totale) ha avuto un incremento del 30% tra il 1985 e il 1996 e le previsioni dicono che nel 2010 ci sara’ il 30% delle automobili in piu’. Piu’ auto si traducono in maggiori emissioni, in piu’ morti, in maggiori stravolgimenti climatici sia nei Paesi ricchi che in quelli in via di sviluppo: un circolo perverso che va arrestato”. Sul banco degli imputati c’ e’ dunque l’ aumento delle concentrazioni in atmosfera di gas serra: i due terzi delle emissioni provengono dai Paesi ricchi. Solo pochi Paesi, spiegano le associazioni, ”hanno seguito le indicazioni del protocollo di Kyoto (riduzione della C02 di almeno il 5% entro il 2010 rispetto ai livelli del ’90): la Germania le ha abbattute del 19,1%, il Regno Unito del 12,7%, ma in Italia sono cresciute di oltre il 5% e negli Stati Uniti addirittura del 22%”. Ulteriore aggravante per l’ Italia, proseguono, ”e’ quella della mortalita’ da traffico che, nelle grandi citta’, uccide ogni giorno 14 persone”. ”Bronchiti, asma, problemi cardiocircolatori: sono le cause di incrementi di mortalita’ strettamente collegate alle emissioni di inquinanti – ha spiegato Roberto Bertollini, direttore della divisione tecnica Oms Europa – e un ruolo fondamentale lo svolge il particolato sottile emesso dalle vetture. Al danno sanitario e’ connesso quello economico: milioni di euro ogni anno solo per l’ inquinamento prodotto dal settore trasporti”. Se questa e’ la situazione in Occidente, peggiore e’ quella dei Paesi in via di sviluppo, che vedono aggravarsi una lunga serie di patologie a causa dell’ effetto serra. La malaria, ad esempio, oggi endemica in 91 Paesi con circa il 40% della popolazione mondiale a rischio, in 15 anni ha ucciso annualmente piu’ dell’ Aids. Proprio a causa dei cambiamenti climatici innescati dall’ inquinamento dei Paesi del primo mondo la zanzara portatrice della malaria conquista sempre piu’ regioni e miete sempre piu’ vittime. Si è ipotizzato che un aumento medio della temperatura di 3 gradi entro il 2100 potrebbe far aumentare il numero dei casi di malaria sino a 50-80 milioni l’anno. Ma naturalmente, concludono le associazioni, il clima più caldo incide anche sull’ agricoltura, sulla disponibilita’ di risorse alimentari e idriche e fa crescere le patologie collegate all’ acqua inquinata.

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