Volontariato

Johannesburg: la seconda giornata secondo le ong

le posizioni di WWF, Cipsi, Lilliput, Campagna per la riforma della Banca mondiale

di Redazione

La posizione del Wwf Il Wwf rifiuta gli obiettivi sulle energie rinnovabili che sono stati negoziati al Vertice di Johannesburg, e chiede ai Ministri di combattere per un nuovo concreto obiettivo per l’uso di fonti rinnovabili: il 10 per cento entro il 2010. ”Su questo argomento paesi come gli Usa, l’Arabia Saudita, il Canada e l’Australia – spiega l’associazione – stanno impedendo qualunque dibattito riguardo agli obiettivi da raggiungere”. Il Wwf ha saputo che ”per aggirare l’ostacolo, i burocrati hanno messo insieme un documento contenente due opzioni per i Ministri, da discutere al momento del loro arrivo a Johannesburg. Apparentemente una di queste opzioni contiene un obiettivo mentre l’altra non ne ha alcuno”. Mentre l’opzione senza un obiettivo appare inaccettabile, il Wwf ritiene che il tanto discusso ”obiettivo reale” di incrementare l’uso di fonti rinnovabili fino al 15% di quelle usate globalmente entro il 2010, sia privo di senso. Questo 15% includerebbe l’energia prodotta dalle grandi dighe, l’insostenibile sfruttamento delle biomasse, il vento, l’energia solare e geotermica. Attualmente l’apporto globale di queste fonti rinnovabili e pari al 14%. Questa proposta, percio’, ”non solo permetterebbe di mantenere l’attuale politica energetica, ma creerebbe incentivi alla costruzione di enormi dighe per l’energia idroelettrica ed un insostenibile sfruttamento delle biomasse nel mondo”. ”Questo obiettivo sarebbe assolutamente inaccettabile” dice Jennifer Morgan, direttrice del Programma sui cambiamenti climatici del Wwf ”I Ministri debbono fermare questo processo che non sta producendo nient’altro che minimi risultati e assicurare che dal Summit arrivi una proposta di obiettivo concreto per favorire lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile, di cui possano beneficiare tutti i popoli ed il pianeta”. Il Wwf ritiene che i Ministri dovrebbero sostenere la proposta brasiliana che indica l’obiettivo del 10 per cento di fonti rinnovabili entro il 2012. Questa proposta esclude esplicitamente le grandi dighe e l’insostenibile sfruttamento delle biomasse e incrementerebbe significativamente l’apporto delle energie rinnovabili nel mondo. Nei prossimi giorni dovrebbero arrivare a Johannesburg il ministro tedesco Trittin e il Commissario europeo Wallstrom: il Wwf fa appello a loro, come anche al ministro britannico Beckett, affinche’ assumano un ruolo guida nell’assicurare che il Summit produca un segnale forte perche le energie rinnovabili diventino una parte fondamentale del nostro futuro. Un nuovo obiettivo del 10% di energie ”realmente” rinnovabili entro il 2010 sarebbe un passo decisivo sia per fornire forme di energia pulita ai paesi in via di sviluppo sia per ridurre il riscaldamento globale, una terribile minaccia sia per tutti. E sulla proposta italiana di istituire una tassa per l’ambiente, la de-tax, il portavoce del Wwf Italia, Gianfranco Bologna, che a Johannesburg, ha commentato: ”Un’ iniziativa di questo tipo puo andar bene solo se si precisano con esattezza gli obiettivi di finanziamento, quali progetti, cioe, si intendono finanziare con i soldi degli italiani. In ogni caso, prima di chiedere un ulteriore sforzo ai cittadini il nostro Governo dovrebbe per primo dare il buon esempio mantenendo gli impegni presi, come la proposta, tuttora disattesa, di destinare l’1% del PIL ai paesi poveri”. La posizione di Cispi-Contratto acqua ”Occorre affrontare sul serio la lotta alla poverta’ ed e’ indispensabile un Trattato internazionale che affermi che l’acqua e’ un bene insostituibile, comune a tutti gli abitanti della terra, e nessuno puo’ appropriarsene come proprieta’ privata”. E’ quanto chiede da Johannesburg il presidente del Cipsi, Rosario Lembo che nell’ambito dei lavori del Summit ricopre il ruolo di Segretario generale del Comitato italiano sull’acqua. Lembo sottolinea come la presenza del tema ”acqua” nelle priorita’ dell’agenda di Johannesburg sia ”gia’ un merito della Campagna promossa in questi anni a livello internazionale. Ma non e’ sufficiente darsi l’obiettivo di ridurre del 50% il numero di coloro che sono senza acqua nel mondo: chiediamo – aggiunge Lembo – impegni e risoluzioni vere, e non dichiarazioni d’intenti che restano sulla carta, o iniziative volontarie”. La posizione di Rete di Lilliput “Un?agricoltura meno aggressiva e più rispettosa dell?ambiente. Un forte impegno per aumentare la produzione biologica a scapito di quella chimica”, è quanto richiesto da Roberto Brambilla, responsabile del Gruppo Impronta Ecologica della Rete Lilliput in occasione della seconda giornata del summit di Johannesburg dedicata all’agricoltura. L’agricoltura biologica, che in Europa si è sviluppata dell’80% negli ultimi 6 anni, consente di ottenere minori impatti sulle falde in termini di inquinamento da fertilizzanti a tutto vantaggio dell’ecosistema. Brambilla ricorda anche come “la cosiddetta Rivoluzione verde degli anni Sessanta sia stata un fallimento, in quanto ha ridotto enormemente la diversità genetica delle sementi (in Cina ad esempio nel ?49 si coltivavano 10.000 varietà di diverse di riso), ha imposto metodologie industrializzate dipendenti dalla chimica assolutamente inadeguate per larga parte dell?umanità.?” Attualmente nel panorama agricolo internazionale si sta assistendo fortunatamente ad una piccola ma significativa inversione di tendenza che va sicuramente sostenuta. In America Latina ad esempio si stanno affermando coltivazioni biologiche che hanno ridato equilibrio ai terreni impoveriti da metodi colturali aggressivi, in primo luogo razionalizzando l’uso dell’acqua e aumentando la manodopera agricola. Secondo Brambilla “questo tipo di approccio si mostra estremamente utile anche per alleviare il problema della povertà. Ricerche condotte in Brasile (State of the World 2002) hanno dimostrato che il costo mensile che lo stato deve assumersi per mantenere una persona in una favela (uso di acqua, di corrente e infrastrutture) può superare il costo annuale per aiutare un gruppo di braccianti a stabilirsi su appezzamenti dismessi. Anche per questo siamo d?accordo con il World Watch Institute quando prevede il riorientamento dei sussidi agricoli, la tassazione di pesticidi e di fertilizzanti e dell’agricoltura industriale, la facilitazione per le donne all’accesso al credito.” La posizione della Campagna per la riforma della Banca mondiale Il vertice di Johannesburg potrebbe ancora essere un successo per la salvaguardia dell?ambiente e delle comunità locali che oggi soffrono gli impatti ambientali e sociali delle compagnie multinazionali se l?Unione Europea cambiasse la sua linea negoziale e aprisse l?agenda su finanza e commercio alle richieste dei paesi del sud. Secondo le informazioni in possesso della Campagna per la riforma della Banca mondiale, alcuni dei paesi del G77, guidati dal Sudafrica, stanno spingendo in queste ore per la riapertura dell?agenda del negoziato per introdurre nuovi elementi che trovano anche il consenso delle Ong e della società civile. Oggi pomeriggio il vertice di Johannesburg, infatti, sta discutendo in plenaria questioni di commercio, finanza e trasferimento di tecnologie. Il nuovo capitolo sulla globalizzazione del piano d?azione di Johannesburg sembra vedere l?accordo sulla necessità di promuovere responsabilità, trasparenza e controllo per il settore privato e lo scambio di best practices al riguardo, anche con la definizione di un quadro inter-governativo di regole chiare e vincolanti per la promozione di partnerships pubblico-privato. ?Finalmente il Sudafrica e qualche paese in via di sviluppo iniziano a far sentire la loro voce qui a Johannesburg?, ha affermato Antonio Tricarico della Campagna. ?Gli accordi volontari con il settore provato sono destinati a produrre risultati marginali ed a consentire alle multinazionali di continuare indisturbate nelle loro attività che spesso distruggono l?ambiente e danneggiano le condizioni di vita delle comunità locali, se non si introduce prima di tutto un quadro legale inter-governativo per il monitoraggio ed il controllo dell?operato delle imprese?. Oggi il ministro del commercio del Sud Africa, Alec Irwin, ha chiaramente ricordato come oltre a confermare l?agenda del commercio definita a Doha alla Omc lo scorso novembre, e gli impegni sugli aiuti allo sviluppo presi lo scorso marzo a Monterrey, i paesi in via di sviluppo chiedono la revisione degli impatti ambientali legati alle politiche del commercio e degli impatti sulle ecomomie del sud dei sussidi all?agricoltura erogati a mani basse da Ue e Usa. La Campagna ha esperesso le sue più profonde preoccupazioni per l?atteggiamento remissivo della diplomazia europea, che ricerca soltanto un accordo di basso livello con gli Stati Uniti sulle questioni chiave della globalizzazione. ?Nessuno avrebbe pensato che l?Unione Europea fosse stato il vero problema nei negoziati di Johannesburg. Oggi però i negoziatori europei hanno un?occasione unica per smarcarsi dagli Stati Uniti e creare una nuova alleanza con Sudafrica ed altri paesi produttori del Sud del mondo per raggiungere obiettivi concreti. E? necessario affermare la supremazia degli accordi ambientali sulle regole del commercio una volta per tutte ed aprire alle richieste di maggiori aiuti allo sviluppo da parte dei paesi del sud svincolandoli da quelle condizionalità macroeconomiche che hanno prodotto solo sviluppo insostenibile da Rio ad oggi?, ha concluso Tricarico.


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