Famiglia

Johannesburg: così il Piano d’azione

Stamane contestazione a Powell

di Paul Ricard

Il Piano d’azione, principale documento politico che dovra’ produrre il vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile, e’ stato adottato nella sua globalita’ in nottata a Johannesburg. Lo hanno annunciato i negoziatori. Qualche minuto prima era stato reso noto il raggiungimento di un accordo sul capitolo diritti delle donne nella politica sanitaria, che rappresentava l’ultimo ostacolo per il via libera al Piano d’azione.

Il raggiungimento di un compromesso sui diritti delle donne nelle politiche sanitarie di base ha consentito in nottata l’adozione del piano d’azione che fissa le linee guida per conciliare crescita economica e rispetto dell’ambiente. Prima dell’approvazione formale del documento, che avverra’ in seduta plenaria, tutti gli occhi saranno puntati sul segretario di Stato americano Colin Powell. Giunto in serata a Johannesburg, stamani, tra le 10.30 e le 11, Powell parlera’ per conto e in nome del presidente George W. Bush, grande assente all’appuntamento. Powell e’ giunto nel giorno in cui l’Unione europea e i paesi che credono negli accordi generali tra gli Stati per gestire insieme le sfide del mondo, hanno messo a segno un’importante vittoria sul protocollo di Kyoto, esempio concreto di multilateralismo.

KYOTO VITTORIA EUROPEA La Cina ha detto che lo rispettera’, pur non essendo tenuta a farlo in quanto paese in via di sviluppo, la Russia ha annunciato che lo ratifichera’. Risultato: il protocollo entrera’ in vigore, nonostante gli americani se ne siano tirati fuori, nel marzo dello scorso anno. Poche ore prima, pero’, gli Usa avevano segnato a loro favore un colpo grosso. Con l’appoggio dei paesi produttori di petrolio associati all’Opec, hanno impedito di fissare date e target per l’incremento mondiale della produzione di energia verde: piu’ 14-15% entro il 2010, come aveva chiesto invano l’Unione europea. La Ue dovra’ accontentarsi di una ”coalizione di buona volonta’ ”: una sorta di federazione politica tra gli Stati che fanno dell’energia verde una priorita’. Al progetto sta lavorando la commissaria europea all’ambiente Margot Wallstrom. L’alleanza, che includera’ grandi paesi come il Brasile, molti paesi caraibici e dell’Africa, oltre a Norvegia e Svizzera, puntera’ a raggiungere target nazionali di energia pulita.

ENERGIA SACRIFICATA ALL’ACQUA La sconfitta europea sull’energia pesa sui risultati del vertice. Secondo le associazioni ecologiste internazionali, sulle fonti energetiche ”hanno vinto i sauditi”. Jennifer Morgan, del WWF, ha detto che ”bisognerebbe chiamare questo compromesso il ‘piano Bush-Cheney-sauditi”. La fissazione di target sull’energia, secondo le associazioni ambientaliste, sarebbe stata sacrificata all’obiettivo di dimezzare entro il 2015 il numero delle persone che non hanno accesso all’acqua e non dispongono di installazioni sanitarie per purificarla. Su questo, alla fine, gli Usa hanno detto di si’.

DIRITTO DELLE DONNE ALL’AUTODETERMINAZIONE Ad approfondire il solco tra europei ed americani, anche la questione della salute delle donne. Gli Usa, insieme a Vaticano, Iran, Sudan e altri Paesi musulmani, si erano opposti all’inserimento nel testo finale di poche righe, proposte dal Canada e appoggiate dalla Ue, che sanciscono un legame stretto tra diritto ad un’assistenza sanitaria di base e diritti umani e liberta’ fondamentali. Senza questo legame, il testo avrebbe fatto riferimento al solo ”rispetto delle leggi nazionali e dei valori culturali e religiosi”. Per le Ong, che oggi hanno manifestato davanti al Summit, sarebbe stata una sorta di via libera a pratiche come l’infibulazione (il taglio della clitoride), in molti paesi giudicata un rito indispensabile per passare dalla condizione di bambina a quella di donna.

G-77 IN ORDINE SPARSO Anche su questo, gli Usa hanno potuto contare sulle divisioni del G-77, il raggruppamento tra i paesi in via di sviluppo, che in questo summit si e’ presentato spesso diviso, impedendo il raggiungimento di posizioni piu’ avanzate dal punto di vista ambientale.

Il Piano d’azione, un documento di 70 pagine che si propone di conciliare crescita economica e rispetto dell’ambiente, deve comunque essere ancora approvato formalmente, cosa che avverra’ oggi (mercoledi’) pomeriggio, in seduta plenaria. I negoziati al vertice sullo sviluppo sostenibile, in corso nella citta’ sudafricana dal 26 agosto scorso, erano bloccati da lunedi’ sulla questione dei diritti delle donne nella politica sanitaria. Una controversia opponeva due grandi gruppi – guidati l’uno da Stati Uniti, Vaticano, Iran e Sudan; l’altro da Canada e dai Paesei dell’Unione europea – sul legame tra diritto a un’ assistenza sanitaria di base e diritti umani e liberta’ fondamentali. Il raggiungimento dell’accordo sul modo in cui sancire tale legame nel testo finale del Summit e’ stato salutato da un grande applauso dei delegati.

I punti piu’ difficili da definire nel Piano d’azione sono stati gli aiuti finanziari dei governi del Nord ai Paesi del Sud del mondo e lo smantellamento dei sussidi all’agricoltura europei e americani, che ostacolano l’accesso dei prodotti dei Paesi poveri ai mercati delle nazioni piu’ ricche e industrializzate. Alla fine, i 143 Paesi in via di sviluppo riuniti nel G77 hanno ottenuto solo una riaffermazione dell’impegno, preso di recente da Ue e Stati Uniti, di frenare il progressivo calo, in atto da diversi anni, dei loro aiuti pubblici allo sviluppo; e di discutere la riduzione delle loro sovvenzioni agricole nel corso di tre anni, ”senza pregiudicare il risultato dei negoziati”. Nel Piano d’azione, la comunita’ internazionale si impegna a dimezzare, entro il 2015, la proporzione di esseri umani senza acqua potabile e servizi igienici adeguati; e ad ”accrescere sostanzialmente” (ma senza fornire indicazioni quantitative ne’ scadenze temporali precise, come chiedevano gli europei) la parte delle energie rinnovabili nel consumo energetico mondiale. La questione di quanto vincolante sara’ l’accordo finale raggiunto nei dieci giorni di maratona negoziale al Summit di Johannesburg dipendera’ da una dichiarazione politica che verra’ perfezionata nelle prossime ore.

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