Cultura

Johannesburg: Caritas e Cei per l’accesso all’acqua

E' il contenuto dell'ultimo documento emanato in vista del summit dai due organismi

di Emanuela Citterio

L’accesso alle risorse idriche è un diritto di tutti gli esseri umani e la situazione attuale nel mondo è allarmante. Lo ha sottolineato ieri il documento emanato dalla Caritas Italiana e dall’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Conferenza episcopale. In vista del summit sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg, che si aprirà il 26 agosto, la Chiesa cattolica ha scelto di concentrare l’attenzione su l’accessibilità di una delle risorse più preziose del pianeta, chiedendo che venga garantita a ogni essere umano. Il documento ricorda che rispetto a 30 anni fa l?acqua disponibile è diminuita del 40 per cento e un miliardo e mezzo di persone, vale a dire circa un terzo dell?umanità, soffre per la scarsità di risorse idriche e che entro il 2020 l?approvvigionamento di acqua rischia di diventare una chimera per ben 3 miliardi di esseri umani. Il documento sottolinea la situazione particolarmente grave dell’Africa, dove «un abitante su due soffre di malattie dovute alla mancanza o alla cattiva qualità dell?acqua, oltre 300 milioni di africani non hanno accesso all’acqua potabile e quasi la totalità non è allacciata ad un sistema fognario: senza un adeguato accesso non potrà esserci per l’Africa uno sviluppo economico e sociale, una normalizzazione della situazione sanitaria, né potrà essere assicurata una vera stabilità politica». I dati allarmanti relativi alle risorse idriche del pianeta, fra l?altro, inducono molti esperti a ritenere le guerre del ventunesimo secolo scoppieranno sempre più spesso a causa di dispute sull?accesso all?acqua. «Occorre una decisa inversione di tendenza nella cura di un bene ormai prezioso» conclude il documento «da prodotto commerciale, l?acqua deve tornare ad essere un patrimonio di tutti da custodire, difendere e salvaguardare».

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