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Johannesburg. Accordo farsa, Ue furiosa

I Paesi firmano un generico impegno a ridurre entro 8 anni il ritmo di scomparsa di animali e piante. Fino a 6 mesi fa si parlava di dimezzamento.

di Redazione

JOHANNESBURG (fonte: ilnuovo.it). Stop all’estinzione delle specie, ma solo dal 2010. E per iniziative concrete su energia e acqua forse si dovrà attendere ancora di più. Il vertice sullo sviluppo sostenibile sfiora la farsa anche su piante e animali , rafforzando l’impressione che una settimana di lavori non sia servita praticamente a nulla. Il commissario all’ambiente della Ue Margot Wallstrom ha giudicato severamente la bozza dell’accordo sulla biodiversità, giudicandolo “un annacquamento degli impegni”. L’accordo è stato siglato dopo che Usa e paesi poveri avevano raggiunto un’intesa sulla questione. “Un’alleanza non santa” ha commentato Wallstrom. Solo sei mesi fa, i paesi ricchi si erano fissati l’obiettivo di muovere passi concreti per dimezzare il ritmo con cui flora e fauna stanno scomparendo dalla faccia della Terra. L’unico risultato invece è stato questo: “significativa riduzione” del tasso d’estinzione entro il 2010. L’Onu ha stimato che il 25% degli animali mammiferi e l’11% delle specie di uccelli sono a rischio di estinzione. Il ritmo di scomparsa è 50 volte superiore al tasso naturale. Ad oggi, il 10% delle barriere coralline sono state distrutte. Se niente sarà fatto, un terzo di quelle rimaste sparirà entro il 2020. Ma sono anche altri gli argomenti caldi del vertice. Acqua ed energia in primo luogo, secondo quanto riferito dalla delegazione italiana guidata dal ministro dell’ambiente Matteoli. La delegazione italiana ritiene ”difficile” la possibilità di raggiungere un accordo a Johannesburg sull’energia pulita sulle posizioni della Ue, che punta a fissare la data del 2010 per l’incremento del 15% di fonti energetiche rinnovabili. Secondo quanto spiegato in un incontro, sull’energia si è creata un’intesa tra i paesi in via di sviluppo, riuniti nel G-77, molti dei quali rappresentati nell’Opec, con Stati Uniti e Canada che, pur riconoscendo il ruolo dell’energia pulita, sono contrari alla definizione di target. Sull’acqua, invece, la controversia riguarda la proposta (sostenuta dalla Ue) di legare l’obiettivo di aumentare l’accesso all’acqua a quello degli interventi di purificazione, fissando per entrambi al 2015 la data di attuazione. Un legame che gli Usa sono contrari a stabilire.


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