Economia
Jobs Act, novità per il collocamento mirato
I decreti attuativi del Jobs Act vanno a rivedere l'ingresso al lavoro delle persone con disabilità. Le aziende potranno assumere tramite chiamata nominativa, aumentano gli incentivi per chi assume persone con disabilità intellettive gravi. Vincenzo Falabella (Fish): «Siamo orgogliosi e soddisfatti. Entro 18 mesi le Linee guida»
«La scommessa è quella di far incontrare domanda e offerta, mettendo la persona giusta nel posto giusto. In questo modo cadranno finalmente i pregiudizi sulla produttività delle persone con disabilità e si aprirà – si spera – una nuova fase, più inclusiva»: Vincenzo Falabella, avvocato e presidente della Fish, saluta con grande soddisfazione il decreto legislativo con cui il 4 settembre il Consiglio dei Ministri è andato a rivedere il collocamento mirato, all’interno dei decreti attuativi del Jobs Act (legge 10 dicembre 2014, n. 183). Uno dei decreti si intitola infatti “Disposizioni di razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità” e prevede la razionalizzazione e semplificazione dell’inserimento mirato delle persone con disabilità, con l’obiettivo di superare i problemi di funzionamento che la disciplina finora vigente ha evidenziato.
Il testo introduce la possibilità per i datori di lavoro privati di assumere i lavoratori con disabilità attraverso la richiesta nominativa, ma non di effettuare l’assunzione diretta (potranno cioè essere assunti solo disabili inseriti in apposite liste). Viene introdotta la possibilità di computare nella quota di riserva i lavoratori disabili che abbiano una riduzione della capacità lavorativa di una certa entità anche se non sono stati assunti tramite le procedure del collocamento mirato. Viene rivista la procedura per la concessione dell’incentivo per le assunzioni dei disabili, prevedendo la corresponsione diretta e immediata dell’incentivo al datore di lavoro da parte dell’INPS mediante conguaglio nelle denunce contributive mensili. Si rafforzano gli incentivi per l’assunzione dei disabili, con una durata più lunga (fino a 5 anni) in caso di assunzione di persone con disabilità intellettiva e psichica.
Perché c’era bisogno di una revisione della materia? «Che la normativa vigente avesse bisogno di una manutenzione straordinaria lo dicono i numeri e le migliaia di storie di vita che ci vengono segnalate quotidianamente», risponde Falabella. I numeri sono quelli contenuti nell’ultima relazione al Parlamento sulla legge 68: 676.775 persone con disabilità iscritte agli elenchi unici provinciali del collocamento obbligatorio nel 2013, con 68.020 nuovi iscritti solo in quell’anno. Iscrizioni in crescita, perché nei momenti di crisi per chi ha una disabilità lieve diventa particolarmente “competitivo” stare in quelle liste. Gli avviamenti al lavoro delle persone con disabilità tuttavia nel 2013 sono stati 18.295, segnando un nuovo minimo storico rispetto al precedente minimo di 20.830 avviamenti nel 2009. «Un dato particolarmente preoccupante è sempre stato quello delle persone in uscita. Significa che quelle persone erano state collocate in posti sbagliati e quindi erano state considerate improduttive. Non è così, è solo questione di inserire la persona giusta al posto giusto», spiega Falabella.
È proprio valutando caso per caso che si verifica come anche una persona con una disabilità importante possa avere le capacità per svolgere quella precisa mansione.
Vincenzo Falabella
Ecco quindi la prima novità. Le nuove regole vanno a incentivare la chiamata nominativa rispetto alla chiamata numerica, che tuttavia resta, mantenendo però un bilanciamento rispetto alle ipotesi discusse di assunzione diretta: «L’assunzione può essere fatta solo con la mediazione di servizi, con dei comitati tecnici che rinascono, solo all’interno di liste», chiarisce Falabella. Questa procedura non rischia di lasciare indietro le persone con una disabilità più importante, che nessuna azienda vorrà assumere? «No, al contrario: è proprio valutando caso per caso che si verifica come anche una persona con una disabilità importante possa avere le capacità per svolgere quella precisa mansione. Peraltro il meccanismo degli incentivi e degli sgravi fiscali va a premiare proprio chi assume una persona con una disabilità più grave, era uno degli obiettivi», risponde Falabella.
Dinanzi alle tante aziende che preferiscono pagare la sanzione di 62,77 euro al giorno piuttosto che assumere una persona con disabilità, come prevede la legge, il Governo e alle associazioni che hanno partecipato alla stesura dei decreti, hanno scelto infatti di puntare su una logica premiale piuttosto che aumentare la sanzione: «La logica sanzionatoria resta e ci sarà un controllo maggiore sull’elusione e sulla scopertura delle aliquote di riserva, ma crediamo che l’accesso al mondo del lavoro delle persone con disabilità passi dalla diminuzione del costo del lavoro. Per questo si è puntato sugli sgravi e gli incentivi. Anche dalle sanzioni riscosse nascerà un fondo nazionale che finanzierà i progetti positivi».
Il prossimo passo sarà la stesura delle nuove Linee guida per il collocamento mirato, previste entro 18 mesi dall’entrata in vigore del decreto. La priorità? «La tutela delle persone con disabilità intellettive, spesso ancora troppo discriminate».
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