Dire quello che si pensa per uno sportivo è pericoloso. Anche se sei una delle più grandi atlete britanniche di sempre. Basta chiedere a Jessica Ennis-Hill, campionessa olimpica e vicecampionessa mondiale dell’eptathlon (l’equivalente femminile con sette prove del decathlon). Che è stata coperta di insulti sul web per essersi aver detto la sua sul reintegro nello Sheffield United, la squadra di cui Jessica è tifosa, di Chedwyn Evans, giocatore gallese condannato nel 2012 per stupro e appena rilasciato. Jessica, che è nata proprio nella città del South Yorshire e che gareggia per il club locale, ha fatto di più.
Non solo non vuole che il giocatore ritorni in squadra (come la femminista Jean Hatchet che ha raccolto 160mila firme per l’allontanamento e la presentatrice ufficiale Charlie Webster che addirittura si è dimessa), ma ha chiesto che nel caso del reinserimento nella rosa di Evans di togliere il suo nome dalla tribuna di Bramall Lane, che lo Sheffield le ha dedicato dopo la vittoria olimpica del 2012. “Essere un modello per i giovani è una grande responsabilità e chi riveste questa posizione di influenza all’interno delle comunità deve saper rispettare questo ruolo nelle vite dei ragazzi ed essere loro d’esempio”, ha dichiarato Jessica per giustificare la sua posizione. E le sono piovute addosso critiche e minacce in Rete. Aspettando la presa definitiva di posizione del club e dell’Associazione Calciatori (PFA), che aveva appoggiato la richiesta (accolta) del calciatore di allenarsi con la squadra di Nigel Clough in attesa di un eventuale chiamata da parte di qualche club.
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