Cultura

Jazzanova Remixed? Il guizzo del vecchio jazz

Recensione del cd "Jazzanova Remixed" dei Jazzanova.

di Enrico Barbieri

Chi di mixer colpisce… Circa due anni fa i Jazzanova uscirono con un bel disco che mischiava hip hop e afrofunk, drum?n?bass e soul. Ora tocca a loro essere remixati, in una sorta di ciclo continuo della musica che potrebbe anche non avere mai fine. I tre berlinesi sono considerati gli alfieri del cosiddetto nu-jazz, parente giovane del vecchio acid jazz. Ora, farne una questione di nomi sembra cosa futile, ma è certo che ormai col jazz questa musica c?entri davvero poco. Jazzanova Remixed prova quanto sia sdrucciolevole questo campo musicale, ma anche quali frutti succulenti possa dare se ben seminato. Curiosamente, la confezione doppia del disco corrisponde a una bipartizione in cui si può ben vedere la faccia cattiva e quella buona del nu-jazz. La differenza è tutta qui: esistono pezzi piatti e premasticati e altri che non sono solo remix, ma vere e proprie invenzioni. I primi sono finiti quasi tutti nel cd d?apertura, gli altri nel secondo. Nella prima parte la complessa trama musicale dei Jazzanova è tritata e impietosamente ricomposta, con poche eccezioni. Di ben altro spessore il secondo cd, che parte con l?eclettico Madlib in L.o.v.e. and You, prosegue con Fedimes Flight manipolata da Kyoto Jazz Massive, per consegnare alla fine il capolavoro di Ian O?Brien, Days to Come. Qui davvero c?è il guizzo di quello che una volta fu il jazz. E non è solo questione di termini.


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