Sostenibilità

Jalaluddin: «Le mangrovie contro le inondazioni»

di Redazione

Ha dovuto ricostruire la sua casa già due volte per sfuggire al mare, che in quarant’anni ha portato via il 15% dell’isola di Mousuni, nel golfo del Bengala. Ma Jalaluddin Saha, insegnante e agricoltore indiano, non si è mai lasciato prendere dallo sconforto. «La mia comunità, assieme al WWF», racconta, «ha avviato alcuni progetti di adattamento ai cambiamenti climatici: il rafforzamento degli argini sulla linea di costa, la piantumazione di giovani mangrovie, lo sviluppo di colture agricole resistenti alle sempre più frequenti inondazioni di acqua salata».
L’isola di Mousuni, 24 chilometri quadrati, è abitata da circa 20mila persone, distribuite in quattro villaggi. L’85% della terra è coltivata, ma la produttività è diminuita e sono cambiate le colture. «Fino a dieci anni fa qui coltivavamo le angurie per la vendita», ricorda Jalaluddin, «poi i monsoni hanno cominciato ad arrivare prima del solito, proprio al momento della raccolta. Nel calendario bengalese abbiamo più di quattro stagioni, ma ormai l’estate dura anche cinque mesi e dell’inverno resta solo il nome». Jalaluddin non aveva mai sentito parlare del surriscaldamento del pianeta, ma ne conosce bene il significato: «Ci dicono che non abbiamo colpa. Allora prego chi ha il potere di fare il possibile per salvarci».
(El. Co.)


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