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Jahier: «L’Ue deve risorgere dalle ceneri della crisi come la Fenice»
Luca Jahier, presidente del Comitato economico e sociale europeo (Cese): la Ue ha adottato«forti strumenti per far fronte alle numerose emergenze causate dalla crisi della pandemia». È necessaria ora un'Unione della salute dell'Ue: Luca Jahier esorta la Commissione a presentare la nuova proposta per un aumento del Qfp. Chiede inoltre che sia immediatamente lanciato un nuovo programma Feis, che mobiliti almeno 1.000 miliardi di euro nei prossimi due anni. «Vogliamo poter affermare, il 23 aprile, che l'Ue è stata all'altezza della sfida e ha fatto tutto il necessario (#WhateverItTakes) per salvare i suoi cittadini, rilanciare la sua economia e mostrare il volto di una nuova Unione, più resiliente e coesa»
di Luca Jahier
In vista del voto di giovedì 16 aprile al Parlamento europeo su una risoluzione forte che dovrebbe costituire la base per la riunione dei capi di Stato e di governo della prossima settimana, e alla luce del robusto pacchetto di misure proposto il 9 aprile dall'Eurogruppo per sostenere l'economia europea, sono convinto che l'Ue ora più che mai abbia la possibilità e l'obbligo di risorgere dalle sue ceneri come la Fenice.
Vi è ora un consenso su una forte rete di sicurezza dell'Ue di oltre 500 miliardi di euro, che va ad aggiungersi alle decisioni senza precedenti già adottate in marzo al fine di raccogliere la sfida più grande che l'Europa, i suoi Stati membri e i suoi cittadini devono affrontare dalla Seconda guerra mondiale.
L'Ue si è già dotata di strumenti forti per proteggere i lavoratori, le imprese e i governi europei e far fronte alle numerose emergenze causate dalla crisi della pandemia. Ha modificato le sue regole economiche, ha attivato la clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita, ha esteso la flessibilità delle norme sugli aiuti di Stato, ha operato la più grande iniezione di liquidità da parte della Bce (già 870 miliardi di euro) e ha realizzato molte altre azioni riguardanti gli attuali bilanci dell'Ue. Da ultimo, ma non meno importante, l'Eurogruppo ha proposto un ulteriore pacchetto, che comprende il programma Sure, a sostegno dei regimi nazionali di assicurazione contro la disoccupazione; un nuovo sistema di prestiti della Bei e il possibile ricorso alle linee di credito precauzionali del meccanismo europeo di stabilità per le spese sanitarie straordinarie degli Stati membri della zona euro senza ulteriore condizionalità, garantendo nel contempo il ricorso al meccanismo di sostegno della bilancia dei pagamenti per gli Stati membri che non hanno adottato l'euro.
In meno di quattro settimane, l'Ue ha fatto più che nei quattro anni successivi alla crisi del 2008, con interventi già decisi stimati a oltre 3 miliardi di euro.
La priorità assoluta è ora quella di compiere le azioni necessarie per una rapida attuazione e di garantire che il sostegno raggiunga immediatamente coloro che ne hanno bisogno: i settori della sanità, i cittadini in stato di bisogno, i lavoratori, le imprese, le PMI e i professionisti, dal momento che siamo ancora lontani da questi obiettivi.
Una cosa, però, dev'essere chiara: i capi di Stato e di governo devono ancora prendere decisioni storiche e cruciali: l'Europa non deve solo essere salvata, deve anche essere rilanciata!
Secondo le ultime cifre molto prudenti fornite dall'Fmi, nel 2020 si prevede una recessione con una perdita del 7,5 % del Pil dell'Ue: – 7 % per la Germania, – 7,2 % per la Francia, – 9,1 % per l'Italia, il livello peggiore dalla Grande depressione del 1929.
Il fondo per la ripresa cui fa riferimento l'Eurogruppo nelle sue conclusioni deve permettere di prendere decisioni specifiche piuttosto che limitarsi ad essere l'inutile espressione di buone intenzioni. Dobbiamo mostrare agli europei nuovi risultati tangibili, e dobbiamo farlo al più presto.
Sono ben consapevole del fatto che su questo tema specifico vi è ancora molto da fare, a livello sia politico che tecnico, anche per quanto riguarda l'uso di possibili strumenti finanziari innovativi in linea con i Trattati e con il concetto di solidarietà dell'Ue, come le obbligazioni a sostegno della ripresa garantite in maniera congiunta.
L'ultimo miglio è spesso il più difficile, ma dobbiamo percorrerlo ora per garantire un'Europa più resiliente e sostenibile, che lotti contro le disuguaglianze e tuteli i più vulnerabili, i lavoratori e le imprese, promuova la biodiversità e la transizione verso un'economia circolare e a basse emissioni di carbonio, protegga il mercato unico e attui una nuova strategia digitale. Ma, prima di tutto, prepari il terreno per una vera e propria Unione della salute dell'Ue.
L'Ue può rispondere adeguatamente solo se dispone dei mezzi per farlo.
Esortiamo pertanto la Commissione a presentare la nuova proposta per un aumento del Qfp. Tale Qfp riveduto dovrebbe essere più mirato alla ripresa dell'Europa dalla crisi e al conseguimento degli obiettivi del Green Deal europeo, concentrandosi su cinque priorità principali: salute, lavoratori, imprese, coesione e azione esterna.
Dovrebbe inoltre prevedere un sistema rafforzato di risorse proprie dell'UE che possa essere utilizzato in modo più flessibile, anche per la graduale costituzione di una vera e propria funzione di stabilizzazione macroeconomica, al fine di aumentare la resilienza dell'Ue, e in particolare della zona euro, rispetto a futuri shock economici.
Propongo che nel nuovo Qfp la proposta iniziale venga aumentata almeno del 25 %, basandosi principalmente su meccanismi di risorse proprie.
Chiedo inoltre che sia immediatamente lanciato un nuovo forte programma Feis, che mobiliti almeno 1.000 miliardi di euro nei prossimi due anni per gli investimenti necessari nelle priorità strategiche dell'UE.
Infine, mi aspetto che gli Stati membri raggiungano rapidamente un accordo sul nuovo Qfp, in modo che i programmi di spesa siano avviati senza indugio e che questo bilancio dell'Ue venga utilizzato come garanzia per emettere obbligazioni per la ripresa, nella quantità che sarà necessaria, senza prevedere la mutualizzazione del debito esistente e puntando ai futuri investimenti nelle priorità concordate.
È oggi più che necessario percorrere quest'ultimo miglio fondamentale, dato che dalla pandemia di Covid-19 abbiamo tutti chiaramente appreso una lezione importante: dobbiamo proteggerci l'un l'altro per proteggere noi stessi.
Vogliamo poter affermare, il 23 aprile (videoconferenza dei membri del Consiglio europeo, per dare seguito alla risposta dell'Ue alla pandemia di Covid-19, ndr) che l'Ue è stata all'altezza della sfida e ha fatto tutto il necessario (#WhateverItTakes) per salvare i suoi cittadini, rilanciare la sua economia e mostrare il volto di una nuova Unione, più resiliente e coesa. Questa sarà la nostra #rEUnaissance.
Foto di apertura: Luca Jahier, presidente del Comitato economico e sociale europeo (Cese) 2018-2020
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