Leggi

Iva: vincono le associazioni

Un disegno di legge sistema il pasticcio sull’Iva: le Onlus non avranno più l’aliquota massima per le prestazioni assistenziali in convenzione.

di Redazione

Battaglia vinta

Il testo dell?emendamento

Disegno di legge 4565 ter, articolo 4 ?Esenzione dall?Iva
delle prestazioni socio-sanitarie rese in base a contratti
o convenzioni stipulati con enti pubblici?

«1. All?articolo 10 n° 27 ter del decreto del Presidente della
Repubbilca 26 ottobre 1972 n° 633 e successive modificazioni,
è soppressa la parola ?direttamente?»

Hanno aderito

Forum permanente del Terzo settore,
Associazione nazionale Pubbliche assistenze
(Anpas), Misericordie d?Italia, Società
di soccorso (Livorno), Comunità Nuova (Milano),
Alìto – Associazione di volontariato
per i bambini lebbrosi (Ancona), Casa del sole
(Mantova), Glatad – Gruppo di lavoro su
alcolismo, tossicomania e adolescenti in
difficoltà (Bologna), Operatori pastorali servizi
ospedalieri (Pisa), Aias, Associazione Lila
(Treviso), Coordinamento veneto minori
(Venezia), La Nostra Famiglia (Bosisio Parini,
Lc), Fondazione figli Maria Antonietta Bernardi
(Conegliano Veneto – Tv), Asber – Genitori
associati spina bifida Emilia Romagna
(Piacenza), Irpea – Istituti riuniti
padovani di educazione e assistenza (Padova)

La battaglia delle associazioni contro Iva selvaggia si avvia a una felice conclusione. Dopo la nostra serrata campagna a cui hanno aderito decine e decine di associazioni, un disegno di legge (il 4565 ter) presentato lo scorso 15 luglio in Commissione Finanze della Camera mette finalmente ordine nel regime Iva per le Onlus che erogano prestazioni socioassistenziali in convenzione con gli enti pubblici. Il problema, come ricorderanno coloro che hanno seguito punto per punto la questione, stava tutto nella parola ?direttamente? inserita nell?articolo 10 del decreto sull?Iva (n° 633/72): essa limitava notevolmente il campo dell?esenzione, restringendola soltanto alle Onlus che erogavano le prestazioni ?direttamente? ai soggetti svantaggiati. Per le altre – la stragrande maggioranza -, che operano in convenzione con gli enti pubblici, l?aliquota schizzava al 20% con gravi problemi sia di costi che di riordino di bilanci. Togliendo il ?direttamente?, dunque, l?esenzione si applica automaticamente a tutte le Onlus, senza distinzione tra chi eroga ?direttamente? e chi in convenzione. Una correzione che incide, superandolo, anche sull?articolo 17 della legge Finanziaria, che pure aveva il ?direttamente? di mezzo, risolvendo il problema all?origine.
Una soluzione per la quale occorre ringraziare la ministra della Solidarietà sociale Livia Turco, che dopo aver letto i termini del problema proprio su ?Vita? si è adoperata personalmente presso il ministero delle Finanze per arrivare a sbrogliare la matassa. Ora il disegno di legge dovrà ricevere il sì definitivo della stessa commissione Finanze in sede legislativa – un?approvazione che appare scontata, visto che il testo è stato già discusso e approvato da tutte le forze parlamentari nel comitato ristretto -, e quindi arrivare nell?aula del Senato per l?approvazione definitiva che lo convertirà in legge dello Stato. «Mi sento di tranquillizzare tutte le associazioni» ci ha detto il relatore del disegno di legge, l?onorevole Gianfranco Conte (Forza Italia). «L?articolo sull?aliquota Iva per le Onlus ha fatto registrare un?amplissima convergenza da parte di tutti i gruppi. D?altra parte la necessità di porre rimedio alla questione era già stata segnalata al governo dalla Commissione dei Trenta, di cui faccio parte». Nell?aprile scorso, infatti, l?emendamento approvato la scorsa settimana era già stato sollecitato proprio dalla guida normativa redatta dalla Commissione dei Trenta a correzione della legge Finanziaria, in cui si raccomandava (al punto 12) di risolvere le contraddizioni dell?Iva togliendo il ?direttamente? dal dpr 633: esattamente come è stato fatto, seppure con quattro mesi di ritardo. Ma meglio tardi che mai…
A meno di ribaltoni, dunque, la strada sembra spianata. Resta inteso comunque che da oggi in poi vigileremo affinché non venga vanificato, in Senato o altrove, il lavoro fatto fin qui, e perché le Onlus non debbano più subire trattamenti penalizzanti per colpa della solita, inspiegabile, colpevole ?svista?.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.