Economia
Iva e coop sociali, è corsa contro il tempo
Domani l'ultima possibilità di eliminare dalla legge di stabilità l'aumento ammazza-cooperative. Guerini (Confcooperative) ha incontrato i relatori: "Da loro attenzione e ascolto, ma c'è il problema delle coperture"
Giuseppe Guerini, portavoce dell’Alleanza delle Cooperative, settore sociale e Presidente di Federsolidarietà – Confcooperative l'aveva detto: "Bisogna disinnescare la bomba a orologeria dell’incremento Iva a carico delle cooperative sociali" prevista dalla versione attuale della legge di stabilità in discussione al Senato. Il testo attuale prevede infatti un aumento dal 4 al 10% nel 2014, mentre le cooperative sociali e le loro rappresentanze chiedono che venga completamente cancellata questa previsione, che porterebbe in breve tempo al collasso questo settore così importante per il welfare italiano.
Oggi 6 dicembre Guerini è passato dalle parole ai fatti, e in un Senato in subbuglio per il contrastato voto di fiducia al decreto Sviluppo, ha incontrato i due relatori della legge di stabilità – i senatori Paolo Tancredi (PdL) e Giovanni Legnini (Pd) – per presentare loro le preoccupazioni e le richieste delle cooperative sociali. Con lui anche il responsabile delle Relazioni Istituzionali di Legacoop, Bruno Busacca.
Allora Guerini come è andata?
Direi bene. Abbiamo trovato nei due relatori un'ottima disponibilità all'ascolto e anche una approfondita conoscenza del problema. Si sono detti disponibili a lavorare con noi per trovare una soluzione, anche se non sarà facile, a maggior ragione nel clima politico teso che si è creato in queste ultime ore.
C'è il problema delle coperture…
Innanzitutto quello, ovviamente. Ed è proprio a delle ipotesi di copertura che lavoreremo per tutta la giornata di oggi, visto che domani è il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti.
Ce la farete?
Io conto di sì, anche perché il gettito atteso e ipotizzato dal governo è molto lontano da quello reale. Sono infatti convinto che degli oltre 153 milioni di euro che si sperano di ottenere l'esecutivo ne vedrebbe eventualmente solo una piccola parte, a causa dell'abbattimento dei volumi di attività e della corsa di tante realtà nel rifugio dell'esenzione.
Qualche idea per racimolare quello che serve?
Le ipotesi sono due: o un intervento sulla tabella C della legge, cioè sulle risorse dei ministeri, oppure – ma qui la faccenda è molto più delicata – sui 315 milioni del fondo a disposizione della Presidenza del Consiglio per vari interventi sociali.
Ma di quel fondo è già stata stabilita una suddivisione di massima alla Camera…
Le già ho detto che è una questione delicata, no?
Come è noto, anche questo innalzamento dell'Iva è stato giustificato dalla necessità di evitare le sanzioni europee. Lei siede anche nel grupo di esperti del Cese. Cosa state facendo a livello Ue per far capire a Bruxelles che questi vantaggi fiscali non sono privilegi?
Siamo impegnati in un dialogo teso a far comprendere la specificità italiana e a evitare le sanzioni, ma abbiamo assolutamente bisogno che il governo ci sostenga e ci spalleggi in questa battaglia. Se l'Italia non è convinta, l'Europa non lo sarà mai.
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