Non profit
IV Giornata internazionale contro le mine
Domani la giornata clou. A dieci anni dalla nascita Cina, Russia e Stati Uniti non hanno ancora sottoscritto il trattato di Ottawa. Nel 2007 quasi 1500 vittime fra i bambini
di Redazione

Aveva sei anni. Song Kasal stava lavorando nelle risaie in una tranquilla cittadina sul confine cambiogiano-tailandese. Quando ha messo un piede su una mina abbandonata. Oggi Song Kasal ha 24 anni. In qualità di Youth Ambassador dell’International Campaign to Ban Landmines (ICBL), sarà presente in Italia per celebrare la IV Giornata Internazionale per la sensibilizzazione sul problema delle mine e sostegno alla Mine Action che si terrà domani. Un’iniziativa promossa l’8 novembre del 2005 dalle Nazioni Unite per impedire ad altri quanto è successo a Song Kasal.
Nel 2007 le vittime (morti e mutilati) a causa delle mine sono state
5426. Il 1407 sono bambini
La voce della Campagna Mine italiana
“Oggi celebriamo la decennale esperienza maturata con il Trattato di Ottawa di messa al bando delle mine, esperienza confluita nella più recente Convenzione sulle Munizioni Cluster, e che ha consentito di riscrivere un nuovo capitolo del Diritto Umanitario con una più ampia definizione di vittime che include oltre il singolo individuo, il suo nucleo familiare e la sua comunità di appartenenza” ha dichiarato Giuseppe Schiavello direttore della Campagna Italiana contro le mine.
Il 1 marzo 1999 il mondo salutò l’entrata in vigore sulla scena internazionale dello storico Trattato di Ottawa per la messa al bando delle mine antipersona. I campaigners di circa 50 Paesi in tutto il mondo dieci anni dopo continuano, attraverso il loro instancabile impegno ad attivarsi per richiamare, ancora una volta l’attenzione sulle terribili conseguenze delle mine antipersona e per richiedere nuovi sforzi volti alla realizzazione di un mondo libero dalle mine.
Recentemente la Campagna Italiana ha sollecitato il Parlamento per il rifinanziamento del Fondo 58/2001 dedicato alle operazioni di Mine Action tra cui l’assistenza alle vittime e azzerato nella recente finanziaria 2009 in serio contrasto agli impegni sottoscritti il 3 Dicembre 2008 ad Oslo con la firma del Trattato di messa al bando delle cluster bomb il quale, di fatto, rinnova e rafforza gli impegni presi sotto la Convenzione di Ottawa. Lo stesso Premio Nobel per la Pace del 1997 Jody Williams e il network internazionale delle vittime delle mine antipersona hanno lanciato un appello al Presidente Berlusconi per salvare il Fondo dedicato alla cooperazione in ambito di “Mine Action”, invito rimasto inascoltato.
Bando alle mine: a che punto siamo?
Fino ad oggi 156 Stati hanno aderito al trattato e, come riportato dal Landmine Monitor dell’ICBL, l’opinione globale relativamente all’uso di mine antipersona ha significato che solo due governi – Birmania (Myanmar) e Russia – ed un ristretto numero di gruppi armati non statali hanno utilizzato questi armamenti negli ultimi anni. Dal 1997, circa 42 milioni di mine antipersona contenute negli arsenali sono state distrutte; solo 13 dei più di 50 Paesi che fabbricarono mine antipersona nei primi anni ’90 hanno ancora una capacità di produzione; il commercio di mine antipersona si è virtualmente fermato; e ampi tratti di terra sono stati bonificati e sono tornati ad un uso produttivo.
39 Paesi – 2 dei quali firmarono originariamente il Trattato, senza però poi ratificarlo – non hanno ancora formalmente aderito al Trattato e rimangono quindi in disaccordo rispetto al rifiuto globale di questi ordigni.
La International Campaign to Ban Landmines – network mondiale comprensivo di circa 1.000 organizzazioni della società civile, insignito del Premio Nobel per la Pace nel 1997 – celebra il decimo anniversario dell’entrata in vigore del Trattato di Ottawa con eventi e attività in più di 50.
In Italia la Campagna Italiana contro le mine darà ha organizzato, in occasione della ricorrenza, ad un mese di sensibilizzazione che si conclude proprio il 4 aprile con la IV Giornata Internazionale per la sensibilizzazione sul problema delle mine e sostegno alla Mine Action indetta dalle Nazioni Unite.
Background e cifre
Adottato nel 1997, il Trattato di Ottawa è entrato in vigore l’1 marzo 1999 – il più rapido tra i trattati del suo genere. Fu quello risultato di una collaborazione unica tra governi visionari e società civile, che hanno lavorato insieme per salvare vite e arti umani. Le mine colpiscono ancora 70 Paesi e 6 territori.
L’80% degli Stati al Mondo (156 Paesi) ha aderito al Trattato di Ottawa. 39 Stati restano fuori dal Trattato; tra questi, potenze mondiali come Cina, Russia e Stati Uniti.
26 Paesi e la Commissione Europea hanno donato 430 milioni di dollari americani per la “Mine Action” nel 2007, un taglio di 45 milioni rispetto al 2006.
Gli obblighi derivanti dal Trattato di Ottawa includono:
– la proibizione dell’uso, della produzione, dello stoccaggio e del commercio di mine antipersona, insieme all’assistenza e all’incoraggiamento di qualunque ente impegnato in queste attività;
– la distruzione di tutte le mine antipersona negli arsenali entro 4 anni dall’adesione al trattato;
– la rimozione e la distruzione di tutte le mine antipersona da tutte le aree minate sotto giurisdizione o controllo dello Stato entro 10 anni dall’adesione al trattato;
– la previsione di assistenza per la cura, la riabilitazione ed il reinserimento sociale ed economico delle vittime di mine e per programmi di educazione al rischio mine.
Link utili:
www.campagnamine.org
www.icbl.org
www.clusterconvention.org
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