Politica

Ius soli: Anzaldi (Pd), pubblicare nomi di chi minaccia in rete

Anzaldi (Pd): «Inaccettabili le minacce a Alessandro Gassman»

di Redazione

«Quanto accaduto oggi all'attore Alessandro Gassmann, costretto ad abbandonare Twitter per gli insulti e le minacce ricevuti per aver difeso lo ius soli, è un fatto inaccettabile in un paese democratico. Ora le autorità facciano diventare questa ennesima pagina buia dei social un'occasione per arginare il fenomeno della violenza sul web: rendano chiaro che la liberta' di insulto e di minaccia in rete non puo' esistere, perche' tutto è tracciabile e chi offende la libertà degli altri e' rintracciabile».

Lo dichiara Michele Anzaldi, deputato del Partito democratico da tempi non sospetti impegnato sul tema dello ius soli. «Quello di Gassmann – spiega Anzaldi – è il classico caso in cui la miscela tra il tema e una posizione controcorrente finisca per scatenare sui social network una spaventosa e incontrollabile violenza verbale. Se la persona colpita è, come Gassmann, abbastanza strutturata e forte da poter sopportare l'ondata di rancore senza subire traumi, può reagire semplicemente abbandonando la piattaforma. Nel caso in cui sia tratti di un soggetto più fragile, si innesca una spirale psicologica che può arrivare anche al suicidio, come purtroppo accaduto in alcuni casi riferiti dalle cronache. Si tratta quindi di situazioni che comportano pericoli gravissimi. Esiste, tuttavia, un modo per scongiurarli: far capire ai manganellatori social che si fanno forti per l'anonimato garantito dalla Rete, che non esistono zone franche».

La polizia postale e le autorità di controllo, chiede Anzaldi. «rendano pubbliche le generalità di chi ha minacciato, grazie all'anonimato della rete, Alessandro Gassmann". "Così come andrebbero resi pubblici i nomi di tutti coloro che usano i social per sfogare le proprie frustrazioni, arrivando però a ledere la libertà e la persona degli altri. Nessuno si sognerebbe mai di minacciare di morte qualcun altro per strada, o al bar, o comunque in una situazione vis-a-vis. Lo stesso deve essere online: le autorita' facciano in modo che la legge sia rispettata anche sui social, sfruttino l'episodio di Gassmann per lanciare un chiaro messaggio», conclude.

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