Politica

Ius Scholae, proposte di legge in arrivo

Forza Italia conferma l'intenzione di andare avanti sullo Ius Scholae, con una proposta di legge che verrà presentata entro il mese di settembre. Carla Garlatti, Autorità Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza: «È davvero il momento giusto per farlo»

di Sara De Carli

coppia di ragazzi afro con smartphone

«Nel momento in cui si riconosce alla scuola questo importante compito di favorire la socializzazione e la crescita dell’individuo come parte di una comunità, va da sé che non ha più senso una norma che impone di attendere il compimento dei 18 anni per acquisire la cittadinanza a ragazzi che nascono e crescono in Italia e si formano studiando la lingua, la storia, i valori e le regole di convivenza civile del nostro Paese. Sono ragazzi che si sentono italiani e che italiani lo sono di fatto»: sono queste le parole di Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza. Si tratta di un passaggio del messaggio indirizzato ai ragazzi e alle ragazze all’inizio del nuovo anno scolastico: domani torneranno sui banchi gli studenti dell’Alto Adige e poi, via via, tutti gli altri.

«Sono convinta che questo possa essere davvero il momento giusto per avviare una seria riflessione sul tema. Riconoscere la cittadinanza è fondamentale per promuovere una piena integrazione; non riconoscerla, al contrario, potrebbe essere causa di frustrazione e determinare forte senso di emarginazione, accrescendo il rischio di pericolose derive oppositive», aggiunge la Garante.

Riconoscere la cittadinanza è fondamentale per promuovere una piena integrazione; non riconoscerla, al contrario, potrebbe determinare forte senso di emarginazione, accrescendo il rischio di pericolose derive oppositive. Questo è davvero il momento giusto per avviare una seria riflessione sul tema

Carla Garlatti

Quanto al promesso ingresso in aula di più insegnanti per il potenziamento dell’apprendimento dell’italiano per gli alunni stranieri neoarrivati, Garlatti ricorda che «la scuola deve essere pensata, sin da quella dell’infanzia, come il primo luogo di integrazione. Per questo l’attività di potenziamento dell’italiano rivolta agli studenti stranieri deve essere svolta in modo pienamente inclusivo, evitando il rischio di isolamento e di ghettizzazioni».

Forza Italia: un testo entro settembre


Il messaggio dell’Autorità Garante arriva nel giorno in cui Paolo Barelli, capogruppo alla Camera di Forza Italia, intervistato a 24 Mattino ha confermato che per il suo partito quella sullo Ius Scholae «non è stata una boutade dovuta al caldo estivo». Già ieri Antonio Tajani, ministro degli Esteri e leader di Fi, aveva pronunciato parole nette: «Io non faccio nessuna marcia indietro. La scelta sullo Ius Scholae è una scelta di buon senso. Ho dato mandato ai gruppi di fare uno studio sulla questione e orientare una proposta di legge. E prima di presentarla in Parlamento lo illustrerò alla maggioranza, perché un centrodestra moderno deve porsi questo problema. Non possiamo regalare il voto dei nuovi italiani alla sinistra».

Io non faccio nessuna marcia indietro. La scelta sullo Ius Scholae è una scelta di buon senso. Non possiamo regalare il voto dei nuovi italiani alla sinistra

Antonio Tajani

Entro la fine di settembre dovrebbe quindi arrivare una proposta organica presentata da Fi, che punterebbe a rendere possibile la richiesta della cittadinanza dopo aver frequentato per 10 anni con profitto la scuola italiana: un percorso che deve attestare però anche la conoscenza della lingua e della storia italiana. Azione invece ha annunciato che ne depositerà una il 9 settembre. «Io credo che avere l’idoneità per essere cittadini italiani, dopo avere frequentato la scuola e dopo avere fatto dei passaggi così seri e certi che garantiscono la volontà dell’inclusione del cittadino straniero, è una prova forse ancora più tosta di quella di essere stati residenti in Italia per tanti anni non si sa a fare cosa e poi ottenere la cittadinanza, che è la norma in vigore oggi», ha aggiunto oggi Barelli.

Avere l’idoneità ad essere cittadini italiani dopo avere frequentato la scuola e dopo avere fatto dei passaggi che garantiscono la volontà dell’inclusione del cittadino straniero, è una prova più tosta di quella di essere stati residenti in Italia per tanti anni

Paolo Barelli

Sempre questa mattina, il segretario e deputato di +Europa, Riccardo Magi, ha annunciato che «depositiamo in Cassazione, insieme alle associazioni di italiani senza cittadinanza, il quesito per il referendum sulla cittadinanza». L’obiettivo è quello di abrogare una delle norme della legge del 1992, portando da 10 a 5 anni il tempo di di residenza ininterrotta necessaria per diventare cittadini italiani. La norma riguarderebbe circa 2,3 milioni di immigrati «compresi i loro figli, italiani di fatto e non di diritto».

Foto Foto di Ron Lach, Pexels

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