Non profit

Italiani un po’ meno generosi

Lo afferma una ricerca condotta per conto della Lega del Filo d'Oro

di Maurizio Regosa

Italiani brava gente? Certo, ma non così sensibili come tutti di sicuro desidereremmo. Almeno stando alla ricerca demoscopica sulla generosità nostrana condotta da Astra ricerche per conto della Lega del Filo d’Oro, presentata stamani nella Sala del Mappamondo del Parlamento da Mario Trapanese, presidente dell’associazione, Rossano Bartoli che ne è il segretario, e da Renzo Arbore, testimonial da 25 anni che senza dubbio ha contribuito a rafforzare la visibilità del Filo d’Oro. Una indagine che contiene alcune sorprese.

I risultati complessivi

Volontariato e donazioni in calo, lasciti testamentari in aumento. È questa in sintesi la fotografia scattata al campione rappresentativo di intervistati. Rispetto alla precedente indagine, infatti (condotta nel 2002) che ne aveva contati 7,2 milioni, il numero dei volontari (fra i 15 e i 65 anni) è passato a 5,8 milioni. In otto anni si è dunque registrato un decremento del 19%. In calo particolarmente la partecipazione degli adulti, mentre – prima sorpresa – l’impegno nel volontariato è stabile tra gli under 24 (soprattutto nella componente femminile). In diminuzione significativa anche le donazioni: nel marzo 2010 il 36% del campione (circa 14,4 milioni di persone) ha donato del denaro (il calo rispetto alla precedente rilevazione del 2007 è di quasi 2,4 milioni di persone). Le ragioni? La crisi e dunque la diminuzione del reddito e/o del potere d’acquisto è la motivazione di due terzi del campione, mentre l’aver donato con il 5 per mille è la spiegazione di un terzo degli intervistati. Seconda sorpresa: «il 5 per mille cannibalizza le donazioni», come ha sottolineato Enrico Filzi presidente di Astra Ricerche. Un discorso a parte riguarda i lasciti testamentari: sono già 1,1 milioni gli italiani che hanno dato disposizioni in questo senso (specie fra i 45-54enni, residenti nel Nord Est, spesso imprenditori, professionisti e commercianti).

La terza sorpresa

Nell’edizione 2010 dell’indagine Astra, si è cercato di comprendere cosa pensino gli intervistati delle persone che scelgono di non sostenere le non profit. Mentre il 28% ritiene che sia una scelta da criticare anche severamente (perché indizio di una società sempre meno attenta ai malati, agli anziani, ai poveri e agli emarginati), il 55% degli intervistati fornisce giustificazioni anche interessanti per conto di chi non dona. Al primo posto, le difficoltà economiche (46%), seguite dalla «sfiducia causata da troppi scandali» (43%), dalla «mancata informazione su come vanno a finire i soldi» e da «dubbi circa l’effettiva utilità del volontariato» (una risposta valida per il 29%). Infine secondo il 21% degli intervistati, «le richieste di soldi e d’aiuto ormai sono davvero troppe, assillanti e ricattatrici».

 

 


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