Famiglia

Italiani grandi amatori

Nel ‘99 crescono gli sportivi del Bel Paese: 15 milioni di persone svolgono un’attività fisica regolare. Ma i dati forniti fanno acqua. A valutare il nostro sport sarà l’Europa

di Pasquale Coccia

M eno sedentari e più propensi all?attività fisica, gli italiani manifestano una maggiore volontà di indossare la tuta da jogging e mettersi in movimento di quanto non abbiano fatto in passato. È questo il quadro delineato dal Coni sullo stato dello sport amatoriale praticato dagli italiani. Aumentano gli sportivi che si dedicano all?attività fisica in maniera continuativa, che passano da 14 milioni e 700 mila a 15 milioni e 200 mila, mentre coloro che non praticano alcuna attività fisica, passano dai 20 milioni 950 mila a 19 milioni e 400 mila. Un dato confortevole per la salute di coloro che hanno deciso di invertire la tendenza abbandonando la sedentarietà, un aspetto, quest?ultimo, che concorre non poco ai decessi per malattie cardiache, unitamente a fattori di ordine alimentare, tanto che il ministero della Sanità ha inserito nel piano sanitario nazionale per il biennio 1998-2000, la necessità di dare massima diffusione allo sport per tutti, in particolare per gli anziani e i bambini. Ma a garantire lo sport sociale in Italia è solo l?associazionismo sportivo, che pur registrando un numero di iscritti pari a quelli del Coni, non gode di alcun riconoscimento legislativo e di adeguato sostegno economico. Un sostanziale passo avanti nella pratica dell?attività motoria, lo fanno registrare le donne, che manifestano una maggiore cura del proprio corpo, non solo ricorrendo ai tradizionali cosmetici, ma anche allo sport. Sono passate da 5 milioni e 300mila a 5 milioni e 700mila, un aumento di 400 mila unità, che si registra prevalentemente nella ginnastica, nella danza, pallavolo e nuoto. Inoltre, fanno registrare un aumento consistente di ben 900 mila unità, che passano da una vita sedentaria a una qualche attività fisica, seppur praticata in maniera saltuaria, mentre gli uomini preferiscono in ordine il calcio, il calcetto, la ginnastica, il nuoto e il tennis, attestandosi complessivamente su 9 milioni e 500 mila con un aumento di 100 mila unità. Un?attenta lettura dei dati presentati dal presidente del Coni Gianni Petrucci rivela il tentativo, neppure troppo velato, di includere tra i tesserati delle varie federazioni sportive, anche gli studenti impegnati nei Giochi della Gioventù, promossi in anni passati dal ministero della Pubblica Istruzione in collaborazione con il Coni. Gli studenti partecipano attivamente allo sport scolastico, anche a livello agonistico, ma nulla hanno a che fare con le federazioni sportive olimpiche. Si tratta di un tentativo maldestro, quello del Coni, che tende a gonfiare cifre non sempre rispondenti alla reale situazione sportiva del Paese. E in questo fervore ottimistico, il Comitato olimpico non esita a far rientrare nel movimento degli sportivi anche 20 milioni di italiani che genericamente indicano di praticare? una qualche attività fisica nel tempo libero?, facendo balzare il nostro Paese a circa 36 milioni di sportivi attivi, un numero che ci colloca, finalmente, nella media europea. A sollevare dubbi, però, è proprio il quadro sportivo europeo che in questo modo diventa di difficile lettura, perciò il Consiglio d?Europa ha sollecitato i Paesi membri dell?Unione ad avviare un?iniziativa tesa ad armonizzare le statistiche elaborate sulla pratica sportiva e a facilitare una lettura paneuropea dello sport sociale, e scoraggiare l?attuazione di metodi di misura diversi tra loro finora attuati. A curare nei prossimi due anni il progetto, denominato ?Compass?, sarà proprio il Coni in collaborazione con lo Sport Council della Gran Bretagna, che ha guidato il progetto nel biennio 1997-1999. Tra le voci da definire quella dell?attività fisica, che in Italia e Portogallo viene registrata alla voce tempo libero e non a quella specifica dello sport. Nel progetto ?Compass? sono coinvolti per il prossimo biennio anche l?Istat e numerose università italiane. Dalla loro analisi dei dati e del contesto, ricaveremo conferma del reale quadro dello sport sociale in Italia. Una ricerca che dirà a tutti, con il peso scientifico dello strumento, se e in quale misura il Comitato Olimpico Nazionale Italiano ha il naso lungo.


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