Volontariato

Italiani generosi, ma associazioni tiepide

Secondo una rilevazione Swg nel nostro paese la partecipazione civica non è incentivata e il terzo settore dovrebbe essere più attivo. Resiste invece la generosità popolare

di Gabriella Meroni

Una partecipazione civica «poco incentivata», un’arte del dono «poco praticata», associazioni che dovrebbero essere più attive ma, nonostante tutto, una solidarietà popolare ancora presente e radicata. È questo il panorama della generosità italiana secondo l’ultimo sondaggio Swg “Scenari di un’Italia che cambia” presentato oggi a Roma. In base alle risposte del campione rappresentativo di 1000 italiani maggiorenni, il principale problema che frena un maggiore sviluppo della solidarietà è la mancanza di incentivi alla partecipazione civica e sociale: la pensa così ben il 75% degli intervistati.

E nonostante un buon 43% sia convinto che nel nostro paese ci siano «molte» o «abbastanza» persone che aiutano gli altri («nessuna» solo per un pessimista 5%), secondo il 55% degli italiani l’arte del dono è «poco» o «per niente sviluppata». Per ovviare alla situazione, infine, la strada è una sola: rendere le associazioni non profit più protagoniste. Secondo un altro 51%, infatti, l’associazionismo italico è «poco» o «per niente attivo», mentre il 35% la pensa all’opposto e ben il 14% non ne ha idea.


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