Economia

Italiani bocciati in finanza

Il consorzio PattiChiari dà i voti in cultura economica: tutti sotto la sufficienza

di Antonio Sgobba

Un italiano su due non pensa al proprio futuro economico. Il cittadino medio ha una scarsa cultura finanziaria e si informa poco sul tema. I giovani ne sanno ancora meno dei più anziani. Il consorzio Patti Chiari, l’organismo delle banche italiane che promuove l’educazione finanziaria, dà i voti agli italiani. E in pochi passano l’esame.  Voto medio: 4,3. Un po’ meglio della valutazione del 2008 (3,5) ma molto al di sotto della sufficienza.

Lo studio è stato effettuato a marzo scorso su un campione di 2.000 famiglie e 4.200 individui. L’indagine assegna un valore  all’Indice di Cultura Finanziaria (ICF) di PattiChiari. L’indicatore valuta la preparazione finanziaria in una scala da 0 a 10 ed è stato elaborato da The European House – Ambrosetti, sotto la supervisione del professor Paolo Savona e del professor Paolo Legrenzi.  Gli esiti dello studio sono stati presentati oggi a Roma alla presenza del Presidente dell’ABI Corrado Faissola e del Presidente del Consorzio PattiChiari Filippo Cavazzuti.

L’indice è stato costruito attraverso tre dimensioni: istruzione e preparazione finanziaria, livello di informazione finanziaria e scelte comportamentali. Gli italiani vengono bocciati in tutti e tre i campi. Prendono un 5 scarso in «preparazione finanziaria», 4 e mezzo in «scelte comportamentali» e sono sotto il 4 in «informazione finanziaria». Nonostante quello relativo all’informazione sia il risultato peggiore, questa è l’area in cui si registra un incremento maggiore (+26%). Ha aiutato il maggiore spazio riservato ai temi finanziari da parte dei media. Le conoscenze finanziarie aumentano con l’età: gli over 35 anni hanno una cultura superiore del 50% rispetto agli under 35. Valori simili per la fascia di età tra i 35 e i 54 e per quella over 54.  Sono proprio i più anziani ad essere più preparati e ad informarsi di più. Questo dato preoccupa le banche: le scelte che condizionano la vita futura sono effettuate, in genere, prima dei 35 anni.

La carenza di educazione porta oltre un italiano su due a non pensare al proprio futuro economico, contro il 25% che sta già progettando come affrontarlo ed il 22% che ci pensa ma non si è ancora attivato. Rispetto al 2008 aumenta comunque di 7 punti (da 18% a 25%) la percentuale di chi ci pensa e lo progetta in modo attivo.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA