Mondo

Italiane rapite: bambini in piazza a Baghdad chiedono liberazione

Decine bambini sono scesi in piazza a Baghdad, con i loro genitori, per una manifestazione senza precedenti in Iraq, per chiedere la liberazione ''delle 2 Simone''

di Paul Ricard

Decine di bambine e bambini sono scesi in piazza oggi a Baghdad, con i loro papa’ e mamme, per una manifestazione senza precedenti in Iraq, per chiedere la liberazione ”delle due Simone” e dei due volontari iracheni sequestrati due giorni fa nel cuore della capitale e dei quali non si ha ancora nessuna notizia. E mentre il presidente della Commissione europea, Romano Prodi, afferma oggi che l’obiettivo del sequestro di Simona Torretta e Simona Pari appare quello di ”colpire i conciliatori” e quindi chi cerca la pace, e’ iniziata oggi una missione in alcuni paesi del medio oriente del sottosegretario agli esteri Margherita Boniver, che intende manifestare il massimo impegno del governo italiano per contribuire alla liberazione dei due ostaggi. Prima tappa, oggi, il Cairo, che sara’ seguita a Beirut, Amman, Sana’a, Damasco. A Baghdad i bambini, accompagnati dai genitori e da altri sostenitori dell’organizzazione ‘Un ponte per Baghdad’ per la quale Simona Torretta e Simona Pari lavorano, si sono radunati nella piazza del Paradiso, nel centro di Baghdad, resa celebre dalle immagini del carro armato americano che al suo ingresso a Baghdad abbatte’ la statua raffigurante Saddam Hussein. A manifestare sono stati tutti iracheni che hanno conosciuto le ragazze rapite ma che soprattutto hanno goduto della loro assistenza. ”… Adesso siamo qui perche’ tocca a noi pregare per salvare la loro vita”, affermano. Nessuna notizia attendibile, ancora, sulle due italiane rapite. Sullo stesso sito islamico su cui ieri era apparsa una rivendicazione del sequestro firmata dal sedicente gruppo ‘Ansar al Zawahri’ (Islamic-Minbar.com/forum), oggi era apparso un altro messaggio firmato dalla stessa formazione in cui era scritto ”non libereremo le italiane in Iraq neanche se l’Italia si mette in ginocchio”. Il supervisore generale del sito ha pero’ successivamente cancellato dal web il messaggio, disponendo che quel gruppo non possa piu’ aver accesso alla ‘chat-room’ dello stesso sito.


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