Welfare

Italia, zero in condotta L’Europa ci punisce per settanta volte

A tanto ammontano le procedure d'infrazione e le condanne della Ue per violazioni della normativa comunitaria in materia di ambiente. Un record di cui c'è da andare ben poco orgogliosi...

di Redazione

L?Italia negli ultimi anni ha raccolto circa 70 tra procedure d?infrazione e condanne da parte dell?Unione europea per violazione della normativa comunitaria in materia di ambiente, distinguendosi in modo negativo tra tutti gli Stati europei e raggiungendo un record imbarazzante mai immaginato prima. Per comprendere l?importanza dell?intervento dell?Unione europea con le procedure d?infrazione, bisogna premettere che oggi non esiste politica o normativa in materia ambientale che non sia di derivazione europea. In questo sistema, le procedure d?infrazione sono dunque i ?processi? che la Commissione indice contro lo Stato membro che non recepisce o non rispetta gli obblighi di legge previsti nelle direttive e nei regolamenti Cee per la protezione dell?ambiente. Ed è perciò tanto più importante che ogni Stato rispetti le leggi comunitarie che mirano proprio a far sì che vi sia un unico approccio alla tutela dell?ambiente in tutta l?Europa omogeneo e perciò più forte. E invece in Italia negli ultimi anni non vi è stato settore ambientale – aria, acqua, rifiuti, animali, aree protette, valutazione d?impatto ambientale – in cui non vi sia stata una infrazione o perfino una condanna da parte della Corte di giustizia. E proprio il comportamento dell?Italia di questi anni ha portato la precedente Commissaria Wallstrom, nel 2004, e l?attuale Commissario Dimas, nel 2005, a rimarcare quanto, a fronte di un palese interesse dei cittadini alla protezione dell?ambiente, il governo italiano non solo non abbia rispettato la normativa ambientale comunitaria ma perfino non abbia cooperato attivamente con l?Europa, sollecitando quindi di conseguenza l?urgente necessità di adottare le dovute misure e mettersi in regola. Così contro l?Italia sono state aperte ben 10 procedure d?infrazione nel 2005 per mancata cooperazione, ovvero per non aver risposto alle richieste di spiegazione, in tal modo impedendo alla Commissione di svolgere i suoi compiti istituzionali. È di evidente gravità tale infrazione proprio perché non tratta una materia specifica, ma piuttosto evidenzia un comportamento totalmente scorretto da parte del nostro paese nei confronti delle leggi europee. Si aggiunga a questo caso quello dei rifiuti che vede più di 20 procedure aperte, tra cui già diverse condanne, con riferimento non solo al mancato recepimento di alcune direttive fondamentali come quella sulle discariche e sui rifiuti pericolosi, o alle direttive sugli imballaggi e a vari casi di discariche abusive, ma soprattutto a una procedura aperta perché l?Italia ha in questi anni persistentemente e continuamente violato tutta la normativa in materia di rifiuti. Questo dei rifiuti è nuovamente un caso evidente di comportamento volutamente e palesemente in contrasto con gli obblighi comunitari su un tema che piuttosto meriterebbe un approccio serio e interventi urgenti. Tra le infrazioni emergono poi quelle relative alla mancata protezione degli uccelli e della rete di aree protette di Natura 2000 in Europa previste dalla direttiva Habitat, che hanno portato la Commissione a intervenire su progetti eccellenti come quello del Ponte sullo Stretto di Messina o quello del Mose (il sistema di dighe mobili per Venezia), oggi sottoposti ad approfondita analisi di compatibilità ambientale con la eventuale possibilità che l?Unione europea possa riconsiderare il contributo per il finanziamento. Anche la normativa sulla Valutazione di impatto ambientale, considerata uno dei cardini della normativa ambientale comunitaria, è stata violata, negli ultimi cinque anni, in oltre dieci casi tra cui una procedura aperta proprio per la legge simbolo di questo governo, la Legge Obiettivo. A queste violazioni si aggiungono quelle, altrettanto importanti, relative all?inquinamento dell?aria o ancora alla tutela e gestione delle acque o perfino alla violazione del Protocollo di Kyoto con la reiterazione di piani di emissioni completamente insufficienti e scorretti. Tutte queste infrazioni hanno portato l?Italia ad avere la ?maglia nera? in Europa, una vera e propria patente di Stato non affidabile sul piano della protezione dell?ambiente, con un netto passo indietro rispetto agli altri Stati europei. Tali comportamenti non sono solo il sintomo di politiche sbagliate sul fronte ambientale, ma presentano i caratteri di un vero disinteresse verso la protezione dell?ambiente che oggi è del tutto inaccettabile e preoccupante per un cammino futuro nel progresso e nello sviluppo sostenibile a cui tutti i paesi del mondo devono mirare. Così parlò il commisario «L?Italia non rispetta completamente la normativa ambientale comunitaria o non coopera adeguatamente per quanto concerne le nostre richieste di informazioni. Le autorità italiane devono adottare rapidamente le misure necessarie». Così il commissario europeo per le Politiche ambientali, Stavros Dimas.


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