Non profit

Italia: shopping bellico in cambio di ratifica pacifista

Dopo l'entrata in vigore della Convenzione sulle Munizioni Cluster, il ministero della Difesa propone una spesa di 160 milioni per "sostituire" le munizioni distrutte

di Benedetta Verrini

La Convenzione sulle Munizioni Cluster (CCM) è entrata in vigore lo scorso 1 agosto, ma il nostro Paese non l’ha ancora ratificata. Per completare l’adesione e confermare tutti gli impegni presi a livello internazionale, il ministero della Difesa ha chiesto una contropartita: in cambio della distruzione delle cluster bombs, che comporterà una spesa di 8 milioni di euro, i tecnici ministeriali hanno proposto una nuova “campagna acquisti” per una spesa totale di 160 milioni di euro.

“E’ un’operazione profondamente scorretta”, fa notare Giuseppe Schiavello, direttore della Campagna Italiana Mine interpellato oggi da Vita. “Nessun altro paese al mondo si permette di vincolare la ratifica a una Convenzione “pacifista” come quella sulla messa al bando delle cluster con uno shopping bellico in grande stile. Non è possibile accettare una condotta di questo tipo”.

Il ministero di La Russa ha di fatto acquisito e fatto propria una Relazione ministeriale del 2007, che chiedeva al Tesoro l’autorizzazione della considerevole spesa. “Se la Relazione non viene cambiata”, spiega Schiavello, “Ci troviamo in un impasse senza via d’uscita: Tremonti non autorizzerà mai una spesa ulteriore di 160 milioni e l’Italia non arriverà alla ratifica”. La spesa per la distruzione delle munizioni nei nostri arsenali, invece, sarebbe assolutamente sostenibile: nel nostro paese non ci sono linee di produzione attive, ma solo una piccola dotazione di munizioni eliminabili nell’arco di 8 anni (la scadenza fissata dalla Convenzione).

“Lo scorso primo agosto, all’Angelus, il Papa stesso si è appellato al governo per la ratifica, ci auguriamo che questo possa sollecitare il governo a un cambiamento di rotta”, conclude Schiavello ricordando che la distruzione delle cluster, armi indiscriminate che hanno una funzione offensiva, non può in nessun modo giustificare l’acquisto di nuove armi.

La Convenzione 

Dal 1 agosto 2010 gli obblighi della Convenzione, firmata da 107 Paesi e ratificata da 37, sono divenuti vincolanti a tutti gli effetti per gli Stati che vi hanno aderito, ciò significa che dovranno distruggere gli stock di munizioni cluster entro 8 anni, identificare e bonificare entro 10 anni le zone inquinate da cluster, assistere le comunità affette da cluster bombs e le vittime in modo da realizzarne una piena inclusione  nella società nel rispetto dei diritti umani fondamentali.

“La Convenzione sulle Munizioni Cluster è uno strumento di diritto internazionale forte e sono convinta che, se gli Stati eseguiranno ciò che prevede in maniera onesta e completa, sarà capace di alleviare le sofferenze causate da queste armi abominevoli. Questo è ciò che accadde con il Trattato per la messa al bando delle mine antipersona, armi indiscriminate al pari delle munizioni cluster. La nostra esperienza, dopo oltre dieci anni di applicazione del Trattato per la messa al bando delle mine antipersona, dimostra che gli Stati devono iniziare a lavorare subito se vogliono porre fine  alla grave sfida umanitaria causata da queste munizioni ” dichiara Jody Williams premio nobel per la pace 1997.

Il prossimo meeting degli Stati Parte 

A circa 100 giorni dal Primo Meeting degli State Parte alla CCM, che si terrà in Laos nel mese di novembre, l’Italia ancora non ha dato seguito alla dichiarazione rilasciata durante la cerimonia di apertura alla firma della Convenzione di una rapida ratifica.

Questo significa che il nostro Paese potrà partecipare solo in qualità di osservatore. Attualmente non risultano motivi oggettivamente comprensibili in grado di giustificare la mancata ratifica.In oltre 70 paesi nel mondo sono previste iniziative programmate dalle organizzazioni della rete internazionale Cluster Munition Coalition (CMC) per celebrare il particolare valore simbolico di questa giornata che segnerà per sempre la messa al bando effettiva delle bombe cluster con le relative conseguenze per le popolazioni civili.

La posizione del Parlamento Ue 

“Il Parlamento europeo ha recentemente votato la risoluzione  sull’entrata in vigore della Convenzione sulle Munizioni Cluster (CCM) che invita tutti gli Stati membri a firmare e ratificare la CCM come materia d’urgenza prima della fine del 2010 – dichiara Santina Bianchini, Presidente della Campagna Italiana contro le mine – speriamo che questo ulteriore segnale positivo sia raccolto dal nostro Paese e dal governo, inoltrecon più di 60 mila adesioni alla petizione Stop Cluster attivata dalla Campagna Italiana contro le mine  la società civile chiede che l’Italia ratifichi senza ulteriori rinvii”.

L’appello al ministro La Russa

 “Proseguiremo il nostro impegno nella campagna di sensibilizzazione affinché l’Italia mantenga le sue promesse, crediamo sia  davvero amorale bloccare una ratifica di un Trattato umanitario per assicurarsi fondi da destinare ad acquisto di nuove armi, soprattutto in un momento  di crisi e di gravissimi tagli alla spesa sociale. Auspichiamo che il Ministro della Difesa Ignazio La Russa, a cui abbiamo scritto in questi giorni, voglia assicurare un rapido ed incondizionato sostegno a tale ratifica” conclude Giuseppe Schiavello. “ Partecipare al Meeting in Laos con l’annuncio della ratifica servirebbe a ridare credibilità all’impegno del nostro Paese nell’ambito della salvaguardia dei diritti umani, anche quelli inerenti alla delicata questione del disarmo, piuttosto che relegare l’Italia tra gli Stati oggetto di  démarches diplomatiche tese all’universalizzazione. Potremmo davvero facilmente evitarci questa mortificazione” conclude Schiavello. 

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