Cultura

Italia, sempre meno tutele

Presentato a Roma il Rapporto 2009: vi saranno 200 milioni di disoccupati, i working poors diventeranno il 45% del totale, mentre i lavori vulnerabili supereranno la quota del 50%

di Maurizio Regosa

Presentato stamani a Roma il Rapporto sui diritti globali 2009, realizzato dall’associaizone SocietàInformazione con la collaborazione di molte realtà sociali: dalla Cgil all’Arci, da Action Aid al Forum ambientalista, dal Gruppo Abele a Legambiente. 1.373 pagine per fare il punto su economia, welfare, guerre, violazioni, politica, ambiente, globalizzazione, razzismo, diritti umani e di cittadinanza.

Meno diritti, più rovesci

«Quest’anno», scrive nella sua prefazione il leader Cgil, Guglielmo Epifani, «il Rapporto uscirà nel pieno degli effetti della crisi finanziaria mondiale sulle economie reali – e quindi sulle condizioni delle persone – di tutti i Paesi del pianeta. Uscirà, inoltre, avendo alle spalle la tragedia del terremoto che ha devastato L’Aquila e molti dei comuni vicini». Un duplice riferimento, internazionale e uno italiano, che dà il polso di una indagine a tutto campo che si avvale in qualche misura di una lente bifocale: guarda lontano e al tempo stesso si concentra sulle cose che ci sono vicine. Uno sforzo che permette di ricollegare fenomeni che potrebbero essere considerati locali a trend più globali. Questo vale – rimanendo in ambito finanziario – per l’economia reale, ovunque caratterizzata da una contrazione pesantissima dei salari: «Quasi tutto il mondo adesso è in recessione, ma la recessione non è per tutti. Vi saranno 200 milioni di disoccupati, i working poors diventeranno il 45% del totale, mentre i lavori vulnerabili supereranno la quota del 50%. Si parla molto di un ritorno al keynesismo come soluzione ai guasti del neoliberismo, ma si finge spesso di dimenticare che una delle scelte più importanti del New Deal è stata la politica degli alti salari. Oggi tutto sembra in discussione, meno i bassi salari in circolazione», si legge nel relativo capitolo. E discorso analogo si potrebbe fare per temi come l’ambiente (l’ecologia costa, si ripete spesso e ovunque; ma esistono alternative? E nel focus italiano si sottolinea un «poco onorevole primato»: l’approvazione di una mozione Pdl,  il 1° aprile 2009, «che non solo nega i cambiamenti climatici, ma anche le loro cause e conseguenze, nonché le responsabilità dell’uomo nel global warming»). Come il razzismo. Come la violazione dei diritti, in particolare dei deboli.

Un volume ricchissimo

Sono moltissimi gli ambiti in cui il Rapporto indaga, ripercorrendo il 2008 e ricordando le principali tappe che hanno scandito la storia recente. Impossibile render conto di tutto. Vale però la pena di soffermarsi sul capitolo Welfare, che si concentra sulle conseguenze della crisi nel Belpaese. Italiani sempre più soli, con poche tutele; migranti integrati ma a rischio; diritto alla salute sempre più traballante (si richiamano i dati del Censis secondo cui per far fronte alle spese sanitarie il 42% degli over 65 mette mano ai risparmi, il 30,3% tira la cinghia, il 18% chiede aiuto a parenti e amici, il 5,3% fa lavoretti vari e il 3,6% si indebita con le finanziarie). Un paese immobile in cui la povertà riguarda anche i minori (poveri nel 18% dei casi, percentuale che a Sud cresce fino al 25%). C’è anche un preciso riferimento al Terzo settore, interpretato come fenomeno importante ma “in bilico” fra mercato e diritti. Sarebbe finita «la spinta propulsiva del Terzo settore, trasformatosi in imprese e burocrazia. Una immagine pessimista e da non generalizzare, anche se nell’economia sociale si alternano luci e ombre»… Un altro capitolo da leggere con attenzione.

 

Rapporto sui diritti globali 2009, Ediesse edizioni (30 euro)

Prefazione di Guglielmo Epifani, introduzione di Sergio Segio. Interventi di Lucio Babolin, Paolo Beni, Susanna Camusso, Walter Cerfeda, Franco Chittolina, Luigi Ciotti, Vittorio Cogliati Dezza, Amedeo Cottino, Emilio Gabaglio, Patrizio Gonnella, Maurizio Gubbiotti, Vera Lamonica, Agostino Megale, Raffaele Minelli, Filippo Miraglia, Enrico Panini, Ciro Pesacane, Morena Piccinini, Nicoletta Rocchi, Fabrizio Solari, Iacopo Viciani

 

 

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.