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Italia, segui l’Europa

Sos Corea. Intervista con Emma Bonino, commissario europeo per gli aiuti umanitari

di Gabriella Meroni

È appena tornata dalla Polonia, vittima di un?alluvione disastrosa quanto dimenticata, e sta per ripartire per il nord dell?Iraq, dove la questione dei Curdi è ancora una piaga aperta. Là dove c?è un?emergenza è sempre tra i primi ad accorrere. Emma Bonino, membro della Commissione Europea con competenza per gli aiuti umanitari, non si è certo tirata indietro davanti alla nostra richiesta di sostenere le popolazioni coreane vittime della carestia e, da qualche settimana, anche della siccità.

Ma con una precisazione importante: «Non posso sottoscrivere l?appello così come è formulato» ci ha detto il Commissario. «Non sarebbe infatti corretto da parte mia interferire con le politiche dell?Italia, uno stato membro dell?Unione. Ma certo auspico che anche il nostro Paese possa seguire l?esempio dell?Unione Europea quanto a stanziamento di aiuti per la Corea del Nord. Mi auguro che la nostra azione, da tempo volta ad alleviare le sofferenze della popolazione, sia seguita con più sollecitudine da tutti».

L?Unione Europea, infatti, ha stanziato ben 70 miliardi per l?invio di cibo in Corea del Nord, di cui 12 sono serviti a finanziare l?attività delle Organizzazioni non governative a cui è consentito entrare nel Paese. Tra queste, naturalmente, c?è anche il Cesvi per la campagna di aiuti sostenuta anche da ?Vita?. «L?Unione è da tempo il maggior donatore della Corea del Nord dopo gli Stati Uniti» continua Emma Bonino. «Il problema, in questo caso, non è affatto quello di una carenza di stanziamenti. Quanto della possibilità di farli arrivare».

Cioè?
«La situazione politica del Paese, come si sa, è molto complessa. La Corea del Nord non ha rapporti diplomatici con la quasi totalità dei Paesi occidentali, Europa compresa. Quindi è evidente che gli aiuti bilaterali faticano a decollare. L?unico modo di portare soccorso alla popolazione è quello di usufruire delle agenzie internazionali, in particolare del Programma alimentare mondiale. Ma anche loro hanno qualche problema…».

Non riescono ad avere libertà di manovra sul territorio?
«L?impressione è proprio questa. Il regime ha un controllo totale su tutto ciò che si muove in Corea del Nord, quindi anche quando dà l?autorizzazione d?ingresso a un gruppo umanitario obbliga i suoi esponenti ad usufruire dei canali di distribuzione statale, che non danno sufficienti garanzie. Per parlarci chiaro: temiamo che gli aiuti alimentari, invece che alla gente che muore di fame, vadano a foraggiare l?esercito».

L?Unione Europea che iniziative intende prendere per assicurarsi che ciò non avvenga?
«La mia collega commissaria Carol Belamy è partita in questi giorni alla volta di Pyongyang per verificare di persona la situazione. L?Unione Europea è molto attenta alla destinazione dei propri fondi. D?altra parte, 70 miliardi non sono pochi…».

La questione politica dell?apertura verso l?esterno è dunque essenziale per la buona riuscita della missione umanitaria. Da questo punto di vista, non crede che le Ong, meno legate alle strategie dei governi, possano essere i soggetti ideali per portare gli aiuti laddove ce n?è più bisogno?
«Sì, ma attenzione: questo non ci deve far perdere di vista l?obiettivo, che è comunque quello di premere affinché il governo della Corea del Nord permetta a tutti i soggetti disposti a sostenere la popolazione di entrare nel Paese e svolgere la propria missione. Questo, tra l?altro, beneficerebbe anche le Ong, che invece oggi sono comunque soggette ai capricci del regime».

Possiamo dunque sperare qualcosa di positivo dai colloqui a quattro che si svolgeranno questa settimana a New York tra le due Coree, la Cina e gli Stati Uniti?

«Lo spero, anche se quello dell?isolamento della Corea del Nord è un problema che si dibatte da anni. Ed è molto triste che si baratti una pace necessaria con la vita di milioni di persone».

Adesioni
E’ l’ora dei comuni

L?appello di ?Vita? e del Cesvi ha raccolto questa settimana molte altre adesioni di intellettuali, avvocati, politici. Ma anche i Comuni si stanno mobilitando: sono infatti giunte le adesioni del sindaco di Milano, Albertini, di quello di Genova, Sansa con il suo vice Montaldo, degli assessori alle Politiche sociali di Roma, Piva, di Bologna, Lalla Golfarelli e di Palermo, Luciano D?Angelo. Significativa è la presa di posizione del senatore Francesco Carella, presidente della Commissione Sanità, che ha dichiarato: «Siamo di fronte a una vera tragedia. Il Parlamento deve farsi promotore presso il Governo perché pianifichi degli interventi. A settembre io stesso inizierò una raccolta di firme tra i parlamentari da presentare al ministro degli Esteri e parlerò con il ministro Bindi perché intervenga per alleviare l?emergenza sanitaria in Corea del Nord». Il tributarista Salvatore Pettinato devolverà al Cesvi l? incasso del concerto di Natale organizzato dall?associazione Beatles Charity, da lui presieduta.

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