Non profit

Italia scarsa negli aiuti allo sviluppo: è solo un’impressione?

di Redazione

Con un ordine di servizio del 22 maggio?
?la Farnesina ha scelto il ministro plenipotenziario Arnaldo Abeti per coordinare «le tematiche della comunicazione relative alla promozione e alla diffusione di informazioni sulle attività di cooperazione». In parole meno ministeriali, Abeti starà alle dipendenze del Direttore generale per la Cooperazione allo sviluppo, Elisabetta Belloni, per contrastare la percezione, trasmessa dai media, dello scarso impegno dell’Italia negli aiuti pubblici allo sviluppo. Chi lo ebbe come console generale a Vancouver lo ricorda «apparentemente burbero», ma con «uno spirito di rara acutezza». Dopo il Canada Abeti è stato ambasciatore in Namibia e poi consigliere diplomatico del ministro dell’Istruzione, Gelmini. Al di là della scelta di Abeti, il problema dello scarso impegno del nostro governo negli aiuti per lo sviluppo è più reale che di comunicazione o di “percezione”. A dirlo non siamo noi di Scooperation ma i numeri (meno 50% in un anno) e, tra gli altri, anche il cardinale Bagnasco, che il 25 maggio ha ricordato che «la via della cooperazione internazionale deve diventare un caposaldo trasversale della politica italiana, una scelta (…) anche impegnativa sul fronte delle risorse». Più fatti e meno spot/1.

La lotta contro la povertà e la cooperazione?
?non hanno bisogno di proclami, ma di azione. Sulla linea di Bagnasco, Link 2007 – rete delle ong Avsi, Cesvi, Cisp, Coopi, Cosv, Medici con l’Africa-Cuamm, Gvc, Icu, Intersos e Lvia. In una lettera al governo per la Giornata mondiale per l’Africa, il 25 maggio, scrivono: «Mentre la presidenza italiana del G8 prepara impegni solenni per la soluzione dei problemi della povertà, la cooperazione allo sviluppo del nostro Paese è agonizzante, nell’indifferenza generale». Più fatti e meno spot/2.

L’Italia e la lotta alla povertà nel mondo?
?è il titolo del quarto rapporto di ActionAid presentato il 26 maggio. Ecco i dati salienti. Nel 2009 l’aiuto ai Paesi in via di sviluppo dell’Italia oscillerà tra lo 0,13 e lo 0,16% del Pil, con una contrazione del 27-40% rispetto al 2008. ActionAid riconosce «il rafforzato attivismo della Dgcs e alcuni segnali di ripresa», ma punta il dito contro «la continua riduzione dell’investimento finanziario» che nel 2009 è risultato addirittura inferiore a quello del 2006. Più fatti e meno spot/3.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.